Al Ministro degli Affari Esteri
Per sapere, premesso che
qualsiasi fondata valutazione sullo sviluppo più auspicabile dello scenario geopolitico comprendente gli Stati della ex Jugoslavia prevede e richiede un rapido ingresso nell’Unione Europea della Repubblica di Croazia, prodromico a quello degli altri Stati dei Balcani occidentali;
all’ingresso nella UE della Croazia hanno a lungo ostato ragioni connesse con le riforme richieste dal processo di adesione ma soprattutto con le difficoltà della normalizzazione seguita alle recenti guerre balcaniche, e tuttora sembrano frapporsi divergenti esigenze avanzate dalla Repubblica di Slovenia, stato membro della UE;
la legittima aspirazione della Croazia a un ingresso accelerato nella UE, la stessa positiva operosità diplomatica espressa in tal senso dall’Italia – indipendentemente dall’orientamento politico dei governi – la quale fu tra i primi stati a riconoscere l’indipendenza della neonata Repubblica sorta dallo smembramento della Jugoslavia, rischiano di far scivolare definitivamente in secondo piano l’annosa e dolorosa questione dei beni abbandonati dagli esuli;
attraverso la consultazione di centinaia di documenti catastali, l’Unione degli Istriani è riuscita a predisporre, e a far pervenire al Ministro degli Affari Esteri, un elenco aggiornato delle proprietà immobiliari situate nella parte croata dell’ex zona B ancora disponibili, cioè ancora nel possesso dello stato croato o dei diversi comuni del territorio;
l’elenco presentato alla Farnesina contiene il dettaglio delle proprietà immobiliari divise per località e comune di appartenenza, da cui risulta che 487 sono le proprietà ancora libere nel Comune di Buie (Buie, Collalto, Castelvenere, Momiano, Carsette, Cuccibreg, Merischie e Tribano), 115 nel Comune di Cittanova (Cittanova, Businia, Daila e villaggi limitrofi), 375 nel Comune di Grisignana (Grisignana, Piemonte, Terre Bianche, Losari, Villa Gardossi, Vergnacco Cuberton, Castagna, Ceppi, Sterna, Villamorosa e villaggi limitrofi), 336 nel Comune di Umago (Petrovia, Villania, San Lorenzo, Madonna del Carso, Zambrattia, San Giovanni della Cornetta, Salvore) e 98 nel Comune di Verteneglio (Veretneglio, Carigador, Radini, Fiorini e Villanova del Quieto);
si è in attesa della sentenza della Suprema Corte croata, la quale dovrebbe sciogliere almeno in parte la questione della denazionalizzazione dei beni, con la modifica di una norma in seguito alla quale sarebbe esteso anche agli stranieri, quindi anche agli esuli italiani, il diritto alla restituzione da parte della Croazia;
se il Ministro degli Affari Esteri condivida il parere che il completamento del processo di riconciliazione e la definitiva integrazione sociale-culturale-economica di Italia, Slovenia e Croazia sotto l’egida della UE debba essere compiuto anche attraverso l’ascolto, l’interlocuzione e il coinvolgimento delle associazioni rappresentative degli esuli, in primo luogo l’Unione degli Istriani, i quali sono ancora in attesa di un atto di giustizia, ancorché morale, che ne risarcisca il sacrificio pagato in nome e per conto dell’Italia uscita sconfitta dalla Seconda guerra mondiale;
se il Ministro degli Affari Esteri ritenga opportuno, utile e doveroso avviare urgentemente l’istituzione di una commissione di studio deputata a valutare le modalità attraverso cui, nel rispetto dei percorsi diplomatici avviati, gli esuli che ne abbiano il diritto possano ottenere la restituzione dei loro beni, in tal modo offrendo una specifica e qualificata sponda istituzionale cui gli esuli stessi possano far giungere istanze e problematiche in materia.
On. Ettore Rosato
(l'On. Ettore Rosato, triestino)