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18 mag – A Medea onore ai Martiri delle Foibe

Squarciando un complice silenzio che durava da più di sessant'anni – come ha sottolineato il sindaco Alberto Bergamin – il monumento Ara Pacis Mundi, sul colle di Medea (Gorizia), è diventato ieri oltre al simbolo di pace e di monito contro tutte le guerre, pure un luogo di raccolta e di preghiera dove sostare per ricordare e onorare anche i martiri delle foibe. Ieri, infatti, si è tenuto l’inaugurazione dell'Ipogeo, culminata con la deposizione delle zolle di terra raccolte nella foibe di Basovizza e di altre località italiane, slovene e croate, dove dal 1943 e fin dopo la fine della seconda guerra mondiale sono stati gettati e lasciati morire tanti nostri connazionali, comprese le terre della foiba in cui è morta Norma Cossetto, la studentessa di Santa Domenica di Visinada, medaglia d'oro al merito civile, diventata simbolo di tutti gli infoibati.

L’inaugurazione dell'Ipogeo, voluta dal Comune di Medea e da diverse associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, ha trovato l'alto patrocinio della Camera dei Deputati, della Regione e della Provincia di Gorizia, mentre all'inaugurazione erano presenti, coi loro labari, tante associazioni di Esuli, molti Comuni sloveni e croati in esilio, i rappresentanti delle varie sezioni regionali della Lega nazionale, i rappresentanti di molte associazioni Combattentistiche e d'Arma, il prefetto di Gorizia, Maria Augusta Marrosu e il presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta.

La cerimonia si è aperta con l'alzabandiera e il picchetto d'onore reso dal Reggimento Genova Cavalleria IV di Palmanova. Sono stati quindi letti i messaggi inviati dalla Presidenza della Repubblica e dalla Presidenza del Senato. Ha preso poi la parola il sindaco Bergamin, che ha ricordato come il progetto dell'Ipogeo sia nato nel 2001 «ma portato a compimento soltanto ora per dare dignità – ha aggiunto Bergamin rivolgendosi agli esuli presenti – alla vostra storia denunciando le barbarie di cui gli uomini si resero allora protagonisti». Il presidente Gherghetta ha ricordato invece come anche suo nonno sia sparito a Fiume nel 1945. Ha fatto seguito la lettura di alcune testimonianze di Annamaria Muiesan Gaspari, figlia di un deportato, e di Elisabetta Mereu Pross, prima della concelebrazione della messa officiata da don Schiavone e da padre Pietro Lorusso, allietata dal Coro delle Comunità istriane e dal Coro dell'Unione degli Istriani. Al termine del rito religioso i presenti si sono raccolti davanti all'ingresso dell'Ipogeo, dove Elisabetta Mereu ha letto la preghiera per le vittime delle foibe, scritta dall'arcivescovo di Trieste e Capodistria monsignor Antonio Santin.

(edo Calligaris su Il Piccolo del 18 maggio 2009)

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