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17 set – La mostra dei Dalmati contemporanei al raduno di Trieste

Nell’ambito del 56esimo raduno nazionale dei Dalmati, in programma fino al prossimo 20 settembre al Museo della civiltà istriana, fiumana e dalmata di Trieste è stata recentemente inaugurata una vasta e significativa mostra sui principali artisti dalmati italiani contemporanei, facente parte della manifestazione iniziata lo scorso sabato 14 settembre.

Si tratta di un poderoso impianto espositivo, composto da 158 opere di 15 artisti che si sono espressi in diversi stili e ispirazioni inserendosi nel più ampio filone della pittura italiana mediterranea, legandosi alle suggestioni e alle bellezze della terra dalmatica e coprendo un arco temporale che va dai primi decenni del Novecento fino ad arrivare ai giorni nostri.

Secondo l’architetto e critico d’arte Marianna Accerboni, artefice di una visita guidata per gli ospiti della manifestazione dello scorso lunedì 14 settembre, i quadri in mostra “ben esprimono il deciso carattere dei dalmati,  ispirandosi alle luci e ai colori del sud, insistendo su segni forti dove il senso cromatico, impregnato dall’arte veneziana rinascimentale e pre-rinascimentale, emerge facendo ricordare grandi artisti come Bellini, Veneziano, Francesco Laurana e Giorgio de Sebenico”. Venendo ai singoli autori, troviamo un interessante sezione che associa delle poesie di Vladimiro Miletti su temi cari alla comunità dalmata ad alcuni disegni in bianco e nero di Tullio Crali. Spaziando troviamo Tonci Fantoni, uno degli acquerellisti più noti del secolo scorso, Raoul Cenisi, che con Crali ci riporta al Futurismo e altri autori a loro volta indipendenti e originali. E’ questo il caso della pittura intensamente poetica di Secondo Raggi Karuz, influenzato dal surrealismo e da un particolare stile visionario ma anche dalle tematiche dell’Esodo e della sua seconda vita in Giappone, paese che gli ha donato la capacità di riportare in alcune opere tracce derivanti dal pensiero Zen. Abbiamo poi le grandi tele del giovane Gaspare Manos, i rilucenti e intensi olii su tela di Franco Ziliotto, con i suoi paesaggi laminati d’oro, o le opere di Adriana Scarizza, pittrice ufficiale della marina militare italiana, fedele all’espressionismo e alle immagini marine. Elementi folkloristici e della Dalmazia antica vengono più volte ripresi nelle immagini realistiche di Giuseppe Lallich, che in “Ti cun mi e nu con ti” tratteggia un ultimo addio al gonfalone di San Marco da parte dei cittadini di Perasto, (Montenegro, 1787).

Appositamente per questo evento, Waldes Coen, in bilico tra suggestioni impressioniste e mediterranee e ai margini di un elegante espressionismo ha raffigurato l’uccisione di Giulio Nepote, avvenuta nel 480 d.c. nel palazzo di Diocleziano di Spalato.

Alcuni arazzi del celebre stilista Missoni campeggiano poi in una sala a parte e ancora a chiudere il compendio dei partecipanti alla mostra abbiamo Grazia Agrini, Guido Massaria, Adam Marossich e Giovanni Palleri. Un lungo viaggio nel tempo, attraverso significative espressioni che sanno di sole, di mare e di creatività, ma soprattutto dello spirito di un popolo che in qualche modo diventa visivo nel ricordo e nel calore di quelle città e di quegli scorci alla quale molti dalmati sono singolarmente affezionati.

Emanuela Masseria su www.arcipelagoadriatico.it

Le foto sono tratte dal sito www.arcipelagoadriatico.it

 

 

 

 

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