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16feb12 – Croazia nell’UE: ”sì” italiano in tempi record

«Vogliamo essere tra i primissimi Stati a depositare lo strumento di ratifica di un evento storico, l’ingresso della Croazia nell’Unione europea. Rappresenta un fattore di grande motivazione e un esempio da seguire per tutti i Paesi dei Balcani Occidentali nel loro percorso d’integrazione europea, che l’Italia ha sempre sostenuto e incoraggiato». Così il ministro Giulio Terzi di Sant’Agata ha commentato il primo via libera dato ieri dal Parlamento italiano al disegno di legge per la ratifica del Trattato relativo all’adesione della Repubblica di Croazia all’Ue.

 

«L’approvazione da parte della Camera, in prima lettura, del disegno di legge – ha spiegato il ministro – testimonia del sostegno convinto dell’Italia e dell’impegno congiunto di tutte le nostre istituzioni, a favore di un percorso quanto più rapido dell’iter previsto dalla Costituzione». E aggiunge: «Il calendario parla da sé: ricordo che abbiamo ricevuto da Bruxelles il testo del Trattato, con le firme dei capi di Stato e di governo, solo 10 giorni fa. In 24 ore il Consiglio dei ministri ha licenziato il relativo ddl di ratifica di cui il Presidente della Repubblica ha subito dopo autorizzato la trasmissione al Parlamento». Il provvedimento passa ora all’esame del Senato. Soddisfatto il deputato del Pd Ettore Rosato: «L’Italia è stata tra i maggiori promotori dell’ingresso della Croazia nell’Ue, il voto della Camera è il complemento naturale della nostra politica verso i Balcani». L’esponente del Pd esprime soddisfazione «nel vedere che il governo Monti ha presentato anche il ddl di ratifica del Trattato di cooperazione culturale tra Italia e Croazia, sul quale aveva già iniziato l’iter un progetto di legge apposito a mia prima firma e condiviso da parecchi colleghi».

 

Non è mancata qualche polemica. Il deputato Idv Augusto Di Stanislao ha visto respingere un suo ordine del giorno sullo stato dei diritti umani in Croazia: «Pur confermando il parere favorevole all’ingresso di Zagabria ho chiesto al governo di farsi portavoce in seno all’Ue della necessità d’incentivare la Croazia a perseguire i crimini di guerra, di accettare il giudizio del Tribunale internazionale per l’ex Jugoslavia e fare tutto ciò che risulti necessario per tutelare la minoranza serba. Ma questo governo è cieco e sordo». Il coordinatore nazionale di Futuro e Libertà, Roberto Menia, si è invece polemicamente astenuto: «È certo che la Croazia di oggi è cosa ben diversa da quella di Tito ma rispetto alla mia storia personale mi trovo di fronte a un muro mai abbattuto e un interrogativo di carattere morale mi si pone. I presidenti di Italia, Croazia e Slovenia nel 2010, durante il concerto di Riccardo Muti, hanno simboleggiato la riconciliazione ma era anche un atto d’ipocrisia perché il gesto d’inginocchiarsi sulla grande Foiba di Basovizza non l’hanno compiuto. Per quelli che hanno lasciato tutto dall’altra parte del confine, terre, morti e ricordi è una questione mai risolta. E sugli indennizzi, la Croazia ha ereditato tutti i frutti delle rapine titoiste e non ha mai restituito nulla». Secondo il parlamentare Udc Angelo Compagnon «non è una ratifica come le altre. L’adesione della Croazia all’Ue, dopo quella della Slovenia, è una decisione epocale che riguarda in particolare l’Italia. Croazia significa Istria e Istria significa esodo, beni abbandonati e, appunto, foibe. Troppe volte in passato le verità sono state nascoste o peggio distorte. Per creare distensione e sanare le ferite che tuttora non si sono rimarginate, le verità storiche vanno lette bene». Compagnon auspica che il Presidente Napolitano, che in maggio renderà omaggio alle vittime di Porzus, colga l’occasione per visitare le foibe.

 

E proprio ieri Napolitano ha teso nuovamente la mano alla Serbia inviando un messaggio al presidente Boris Tadic: «In occasione della Festa nazionale desidero farle pervenire, a nome del popolo italiano e mio personale, i più fervidi auguri di prosperità per il popolo serbo. Gli intensi rapporti bilaterali tra i nostri Paesi si sono ulteriormente rafforzati in tutti i settori nell’anno passato. L’Italia conferma il proprio convinto sostegno alla prospettiva dell’adesione della Serbia all’Unione europea. Auspico che il suo Paese continui a progredire sulla strada già intrapresa in materia di cooperazione regionale».

 

Giovanni Tomasin

“Il Piccolo” 16 febbraio 2012

 

 

 

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