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15 feb – Violante: quando la vergogna è senso di responsabilità

COMUNICATO STAMPA DELLA PRESIDENZA DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA

Roma, 14 febbraio 2009

Da sinistra e da destra Luciano Violante è stato attaccato con meschine dietrologie, a misura di chi le fa, per le parole con le quali ha espresso la sua condanna per l’humus culturale dal quale nacquero gli orrori delle Foibe istriane, del Triangolo della morte nell’Emilia rossa del dopoguerra e del terrorismo delle BR negli anni di piombo.

Non è certo da oggi che l’uomo moralmente più vigile della sinistra ex-comunista denuncia i massacri delle Foibe, che portarono – con altre concause – all’esodo di massa degli italiani autoctoni della Venezia Giulia e della Dalmazia, indicandone la matrice nel culto della violenza rivoluzionaria che animava le ideologie totalitarie, tanto comunista quanto nazista e fascista. Le rivoluzioni e le guerre come “igiene della storia” sono state le parole d’ordine di chi ha voluto sovvertire l’ordine morale laico e cristiano che è alla radice del progresso europeo e delle nostre idee di libertà e di dignità della persona.

Giustamente, celebrando il 10 Febbraio in Parlamento, Giorno del Ricordo delle Foibe e dell’Esodo Giuliano-Dalmata, il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha indicato proprio il suo predecessore Luciano Violante tra gli artefici del difficile cammino attraverso la memoria violata della Nazione per riportare alla luce i massacri e le violenze perpetrate dai partigiani di Tito nelle province italiane della Venezia Giulia, a guerra finita, a danno degli italiani di qualunque credo politico, come gli eccidi commessi dalle truppe italiane durante l’occupazione della Iugoslavia, in un contesto militare totalmente diverso che non giustifica affatto quanto è successo dopo.

La vergogna per le colpe della parte politica cui si sono affidati in buona fede i propri ideali giovanili è un tratto delle persone oneste e sincere. Un segno di responsabilità che si oppone all’ottusità e alla protervia orgogliosa delle chiusure ideologiche che pretendono di difendere ad ogni costo errori e orrori indifendibili.

Lucio Toth, Presidente nazionale dell’ANVGD

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