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13 mag – Udine: processo simulato su restituzione beni

Avvicinarsi alla realtà delle aule di tribunale e sperimentare “dal vivo” le difficoltà della futura professione. È l’occasione offerta a un’ottantina di studenti della facoltà di Giurisprudenza, coinvolti nella terza edizione del “Processo comunitario simulato” che si terrà giovedì 14 maggio alle 16 nella sala Tomadini, in via Tomadini 30/a a Udine. Nel corso di un’immaginaria udienza pubblica, la Corte di giustizia delle Comunità europee, costituita per l’occasione da esponenti delle istituzioni locali, del mondo economico e accademico e da rappresentanti del Foro, dovrà pronunciarsi su tre casi reali di attualità in materia di diritti umani che riguardano il diritto alla vita e alla morte, la restituzione di beni nazionalizzati degli esuli istriani, la libertà di religione e il diritto alla sicurezza nel caso di costruzione di una moschea a Udine.

«Il processo simulato – spiega Maurizio Maresca, ordinario di diritto internazionale e diritto dell’Unione europea all’università di Udine e coordinatore dell’iniziativa – rappresenta un’impostazione ormai consolidata nelle metodologie didattiche. La specificità dell’esperienza udinese è il coinvolgimento quali giudici dei vertici delle istituzioni su temi di estrema attualità. Inoltre gli studenti di Udine offrono così alle loro istituzioni l’occasione per mostrare un profilo alto: davvero ispirato alla leale collaborazione ed al confronto in funzione del bene pubblico, senza distinzione di partito, di ideologia e di opzioni culturali o religiose». Durante l’anno gli studenti «hanno lavorato a lungo – aggiunge Maresca – per familiarizzare con le dinamiche di una vera e propria udienza europea, per provare a convincere i giudici ad accogliere la loro difesa esattamente come farebbe un avvocato».

Durante il processo, gli studenti, nel caso di Joseph Norton, minore americano malato terminale, difenderanno le parti che sostengono la necessità di interrompere le cure mediche oppure quelle che invocano il diritto alla vita. La seconda udienza riguarderà l’istanza dell’esule istriano Giovanni Fante alla restituzione di beni a suo tempo nazionalizzati dalla Jugoslavia contro la tesi del Governo sloveno che invoca la sua estraneità ed in ogni caso l’applicazione agli accordi di Osimo. Infine, il terzo caso sarà dedicato al diritto alla libertà di religione in caso di costruzione di una moschea nel comune di Udine, contrapposto al diritto alla sicurezza nel caso di accertate infiltrazioni terroristiche nella comunità islamica.

In qualità di giurati, hanno già dato la propria adesione a far parte della Corte il presidente del Tribunale di Trieste, Arrigo De Pauli, il sindaco di Udine, Furio Honsell, il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini. Dopo aver assistito alla discussione delle cause, alle 18.30 la Corte si ritirerà in Camera di Consiglio. Alle 19 verrà data lettura dei dispositivi delle sentenze e verrà chiusa l’udienza.

(fonte ilgiornaledelfriuli.net)

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