All’ultimo incontro col Governo a Palazzo Chigi, le Associazioni degli Esuli hanno incassato l’ennesimo “vedremo” sugli indennizzi dei beni abbandonati, con una legge del 2001 che aspetta ancora di essere completata nel suo iter di pagamento.
Non è –questa- una novità se è vero (come è vero) che da quando tre anni fa è tornato a casa lo squadrone dell’Inps, utilizzato per dare manforte agli addetti al Ministero dell’Economia, nulla è accaduto di nuovo sul fronte dei (lentissimi) pagamenti.
Anzi, no, qualcosa è accaduto, trasversalmente, in funzione bipartisan: tutti i politici, di ogni orientamento, si sono riempiti la bocca (e ci hanno riempito le orecchie) di false promesse. “Ancora 18 mesi e i pagamenti saranno completati”, “In un anno sarà tutto finito”, “Pochi mesi e la legge verrà completamente attuata”, “Metteremo un incaricato specifico che studi la situazione”, fino all’ultimo “Entro il 2009 saranno terminati i pagamenti”.
Sono anni che la politica italiana ci promette ogni sorta di scadenza. E sono anni che puntualmente siamo costretti a smentirli, dati oggettivi alla mano.
Ora sarebbe il caso che i nostri politici si tenessero per loro questi proclami, perché il popolo dell’Esodo dopo sessant’anni di attesa non ne ha più di sentirli.
L’ennesima promessa non fa più effetto a nessuno. Lo Stato ha in mano da decenni i NOSTRI SOLDI delle NOSTRE CASE e non ce li vuole dare: questa è l’unica realtà.
Cadere nel ridicolo con la promessa di turno sarà utile per un’agenzia di stampa o per un resoconto parlamentare. Certo non sarà utile alla dignità del politicante, né alle tasche di aspetta niente altro che i propri soldi.
Non ci stupiremo mai della superficialità con cui i nostri politici trattano la questione dei beni abbandonati, nonostante essi facciano di tutto per propinarci le teorie più strampalate e irreali. Davvero sono convinti che siamo e saremo sempre disposti a berci tutto?
Allora “siamo tutti astemi” e –per favore- andate a prendere in giro qualcun altro.