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10mag/07.50 – Toth: Rumiz e i quadri istriani

COMUNICATO STAMPA DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANVGD ON. LUCIO TOTH

Rivangare le reazioni di vent’anni fa a una visita papale – come fa Paolo Rumiz su «Il Piccolo» del 7 maggio commentando con asprezze polemiche la visita di Benedetto XVI ad Aquileia – non mi sembra un esercizio utile, soprattutto ai fini che il giornalista si propone: andare avanti con il passo della storia, costruendola e non subendola.

Se vent’anni sono passati per i polemisti di allora dovrebbero essere passati anche per Rumiz. Quanti decenni ha atteso la sinistra italiana per riconoscere gli errori e le colpe del comunismo sovietico e di quello iugoslavo, contro i quali si era battuta la Chiesa cattolica? Sarebbe giusto rinfacciarlo ora a illustri esponenti di quella stagione, quando il «Papa polacco» veniva attaccato e criticato per la sua avversione al comunismo?

La Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati, e la ANVGD, di cui sono presidente da quasi vent’anni, hanno costruito un cammino di rivendicazione della memoria dei crimini e delle sofferenze subiti, ma insieme di comprensione degli eventi nella ricerca di nuovi orizzonti comuni per i popoli dell’area adriatica orientale, come ha dimostrato il contributo decisivo da noi offerto per il successo del Concerto di Muti del 13 luglio 2010 e dell’incontro storico di Trieste fra i Tre Presidenti.

Del tutto fuori segno poi è l’accenno ai quadri «requisiti dai fascisti», quando è noto a tutti – perché affermato dai competenti Ministeri degli Esteri e dei Beni Culturali di tutti i governi succedutisi a Palazzo Chigi – che quelle opere d’arte veneta furono rimosse dalle loro sedi istriane, allora facenti parte del territorio nazionale italiano e testimonianza del passato della regione, per proteggerle dalle insidie della guerra, come avvenne per migliaia di altre opere di tutte le regioni d‘Italia che furono custodite in luoghi sicuri, assicurando al paese e alla cultura di tutti beni preziosi.

L’esattezza dell’informazione dovrebbe essere un grande pregio per un grande giornalista.

Roma, 9 maggio 2011

Lucio Toth

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