colavito

07 lug – La scomparsa del polesano Gen. Colavito

Dopo una lunga malattia che nell’ottobre 2008 l’aveva visto rassegnare le dimissioni di Presidente del’Associazione Nazionale Carabinieri, si e’ spento ieri a Roma, a 73 anni, il Generale di Corpo d’Armata Michele Colavito, nativo di Pola.

L’alto ufficiale, laureato in legge a 21 anni, dopo essere transitato in servizio permanente nell’Arma dal servizio di complemento, comando’ la Tenenza di Piacenza, poi la Compagnia di Reggio Emilia, il Gruppo Roma III, la Legione di Palermo, la Regione Lazio, e la 4/a e la 2/a Divisione. Il Generale Colavito e’ stato inoltre Comandante di Plotone, di Compagnia e Aiutante Maggiore presso il V Battaglione Carabinieri di Bologna e il Battaglione Carabinieri Paracadutisti, nonche’ capo dell’Ufficio Armamento e Ricerche, dell’Ufficio Studi e dell’Ufficio di Stato Maggiore al Comando Generale.

Cesso’ il servizio attivo il 5 aprile del 2000 venendo eletto nel dicembre 2003 Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo, carica che ha mantenuto fino al 17 ottobre 2008.

Ecco come il polesano Colavito commentava nel 2007 alcune delle vicissitudini che ancora oggi i nostri Esuli sono costretti a vivere. Lo stralcio è tratto da un suo intervento sul notiziario dell'Associazione Nazionale Alpini.

"Nel mio piccolo, vado immediatamente in non irrilevanti guai amministrativi quando provo, in un ufficio pubblico, ad indicare il mio luogo di nascita (Pola). Vengo a volte “sbattuto in Sardegna” (Pula) come accadeva ai “reprobi” nel sullodato secolo scorso. Più spesso vengo qualificato, illic et immediate, come extracomunitatario. E vallo a spiegare a quei testoni di computer che, quando sono nato, Pola e l’Istria erano, non solo geograficamente, italianissime (il superlativo mi sembra limitativo)."

 

 

 

(il Gen. Colavito durante l'incarico di Presidente dell'Associazione Nazionale Carabinieri)

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