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07 feb – Menia: riconoscere medaglia d’oro a Fiumani in Esilio

Nella settimana in cui si celebra il Giorno del Ricordo, alla Camera si discute la proposta di legge per concedere all'Associazione «Libero Comune di Fiume in esilio» la medaglia d'oro al valor militare alla memoria dei suoi cittadini che in guerra e in pace hanno servito la Patria, presentata dall’on. Roberto Menia di Futuro e Libertà. L’on. di Fli nella relazione illustrativa oltre a ripercorrere le tappe che portarono la città di Fiume sotto il regime comunista di Tito, fa un lungo elenco di cittadini italiani che perirono a causa dell’ondata di violenza e  persecuzioni suscitate all’indomani della cessione dei territori dell’Istria e della Dalmazia alla Jugoslavia.

Si legge nella proposta di legge “Nel 1922, il fascismo in Italia è ormai saldamente al potere. Con il Trattato di Roma, tra Mussolini e Pasic, Fiume vede esaudito il suo desiderio. Il 24 marzo dello stesso anno Re Vittorio Emanuele III sbarca a Fiume in un tripudio di folla.  La sovranità italiana cesserà di fatto il 3 maggio 1945, quando la città sarà invasa dall'esercito comunista del maresciallo Tito. In pochi giorni centinaia di fiumani scompaiono nel nulla; anticipando la firma del Trattato di Pace, il regime dispone liberamente della vita e dei beni dei cittadini italiani. Arresti e confische si susseguono ininterrottamente. Dopo il 1947 gli italiani avranno solo il diritto d'optare fra l'Italia e la Jugoslavia. Ogni domanda d'opzione sarà accettata o respinta dal potere comunista, riconoscendo o meno la dichiarazione della lingua d'uso presentata dagli interessati. Gli arbitrii saranno innumerevoli. Il 90 per cento degli abitanti sceglie la via dell'esodo. Oggi la città di Fiume (Rijeka), unita a Sussak, conta 200.000 abitanti. Fra questi circa 4.000 sono italiani”.

(AGENPARL)

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