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05 ott – La Sardegna ricorda la storia degli Esuli

E’ stata presentata il 1° ottobre, presso il Sottopiano del Palazzo Civico di Cagliari, la pubblicazione “Il confine orientale italiano: l’armistizio, le foibe e l’esodo”.

Sono intervenuti Paolo Truzzu, dell’Associazione Culturale Caravella, Alessio Frongia, segretario particolare dell’assessore Giorgio Pellegrini, e Margherita Sulas, autrice del libro e Prof.ssa dottoranda in storia contemporanea dell’Università degli Studi di Cagliari.

Il documento è frutto del seminario di studi promosso quest’anno dall’associazione e finanziato dalla Presidenza della Regione Autonoma della Sardegna e dagli assessorati alla Cultura della Provincia e del Comune di Cagliari. La pubblicazione è patrocinata altresì dal Ministero della Gioventù.

«Il progetto – ha spiegato la Prof.ssa Sulas, durante la presentazione alla stampa – sostenuto anche dal Comitato 10 febbraio, ha preso in esame un problema molto discusso della recente storia italiana ed europea: la storia del confine orientale italiano, in particolare la questione delle foibe e degli infoibati nella Venezia Giulia, e le ondate di violenza che portarono all’esodo dei fiumani e giuliano-dalmati, molti dei quali raggiunsero la Sardegna. Un capitolo, inoltre, è riservato ai militari sardi nelle zone di operazioni, come la scomparsa dei finanzieri della caserma Campo Marzio.

Forte della grande partecipazione, soprattutto giovanile, ottenuta in un primo convegno svolto il 10 febbraio nell’Aula Magna dell’Istituto tecnico industriale G. Marconi, l’associazione ha voluto, in un secondo convegno tenutosi a Cagliari presso il Centro di Iniziative Sociali (C.I.S.) di piazza del Carmine n. 4, il 20 febbraio 2010, ricostruire gli eventi attraverso la testimonianza di Nerina Milia, esule da Pola; sono state esaminate le due ondate di violenza: la prima del settembre-ottobre 1943, che andò a colpire maggiormente le aree rurali in Istria, e la seconda del maggio-giugno 1945, quando furono le città, Gorizia ed in particolare Trieste e il suo circondario, a subire le deportazioni, le uccisioni e gli infoibamenti.

Si sono trattati in seguito l’esodo dalla Venezia Giulia, l’accoglienza in Italia dei profughi (con particolare attenzione all’arrivo e accoglienza in Sardegna degli stessi), le reazioni del mondo politico, ed infine si è cercato di analizzare quelle che sono state le ragioni di uno spostamento di popolazione così consistente. I lavori si sono chiusi con l’esame del dibattito storiografico intorno alla questione delle foibe, analizzando le diverse tesi e correnti storiografiche che si sono alternate dal dopoguerra sino ad oggi, influenzando fortemente l’opinione pubblica. Nonostante spesso si parli di “storia rimossa” o “storia negata” infatti delle foibe e dell’esodo, e più in generale degli spostamenti forzati di popolazione nel Novecento europeo, si è sempre scritto e parlato molto.

Sulla medesima tematica si è tenuto, il 26 ed il 27 febbraio, un cineforum, con la proiezione presso il Sottopiano del Palazzo Civico di Cagliari della docu-fiction della ANVGD "Il Vento dell'Adriatico", per la regia di Pasqualino Damiani e di "Porzûs", film diretto dal regista cesanese Renzo Martinelli (cineforum finanziato dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Cagliari, contributo L. R. n. 17/50).

Il frutto di questo progetto è andato a confluire in una pubblicazione, intitolata “Il confine orientale italiano: l’armistizio, le foibe e l’esodo” e patrocinata dal Ministero della Gioventù, la quale sarà distribuita gratuitamente su tutto il territorio provinciale ed interessando, soprattutto, le scuole dell’obbligo. Il 24 maggio, presso il teatro Alfieri di Cagliari è stata consegnata la prima copia della pubblicazione al Ministro della Gioventù Giorgia Meloni.

L’Associazione si propone di continuare il lavoro portato avanti nei primi mesi del 2010 alla luce della maggiore attenzione dato all’argomento dalle istituzioni e dal mondo accademico.

Grazie alla legge n. 92 del 30 Marzo 2004, la Repubblica Italiana “riconosce il 10 febbraio quale ‘Giorno del Ricordo’ al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata […] sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende”.

In quest’ottica il progetto qui presentato vuole affrontare questo argomento molto discusso dalla recente storiografia italiana ed europea ma spesso dimenticati dai libri di storia, in particolar modo nelle scuole superiori.

Il fatto che quest’anno tra i temi assegnati all’esame di maturità fosse presente una traccia sulle foibe ha reso ancora più palese quanto l’argomento sia sconosciuto agli studenti italiani: infatti solo lo 0,6 % dei maturandi 2010 ha scelto di affrontare il tema storico. E’ quindi necessaria un’azione divulgativa sull’argomento in maniera che non si dimentichi questa tristissima pagina della storia italiana. In questo ci vengono incontro gli esuli che si stabilirono in Sardegna e che sempre manifestano piena disponibilità ad essere testimoni di quelle tragiche vicende vissute; intendiamo quindi appellarci anche al loro contributo affinché quanto è accaduto al confine orientale diventi conoscenza comune. Per questo motivo verranno proposti nuovi convegni che andranno a mettere in evidenza quanto le vicende del confine orientale italiano abbiano in comune con la storia della Sardegna del ‘900: l’alto numero di militari sardi presenti nella Zona di Operazioni del Litorale Adriatico, il loro contributo alla resistenza e il grande tributo di sangue pagato dagli isolani nei due anni di violenze che sconvolsero l’Istria e la Dalmazia, negli anni compresi dall’armistizio alla firma del trattato di pace, non possono essere lasciati nell’oblio. Cosi come non può essere dimenticata la calorosa accoglienza che la Sardegna riservò agli esuli istriano-dalmati che arrivarono a partire dal 1947, pur essendo in una condizione economica disastrosa e alle prese con la ricostruzione, facendo di Fertilia e Cagliari un esempio di solidarietà per tutta la penisola».

(fonte ufficiostampacagliari.it)

 

 

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