ANVGD_cover-post-no-img

05 lug – Mons. Ravignani: la sofferenza di lasciare Trieste

«Fate crescere questa nostra città, che io amo svisceratamente, nella concordia, nel rispetto delle identità diverse, delle diverse lingue e culture e tradizioni e religioni. Fate in modo che sia una città sempre più aperta al dialogo. Un dialogo che deve poi convergere verso un’unità di sforzi perché quello di Trieste sia un futuro senza ombre, un futuro molto bello».

Così il vescovo Eugenio Ravignani risponde a chi gli chiede quale messaggio voglia inviare a Trieste in questa giornata per lui così importante. «Lasciare la diocesi, non lo nascondo, è un momento di sofferenza. Si prova un senso dentro… non voglio dire di vuoto, ma quel senso di pensare che non si sarà più vicini alla gente in questo modo… Per me cambia la vita. Certo, se avessi dovuto lasciare Trieste, cosa che peraltro non era nemmeno contemplata, mi sarei sentito peggio. Il poter continuare a vivere in questa città è una cosa bella».

Ravignani, vescovo di Trieste dal 1997, si prepara dunque a una nuova fase della sua esistenza, in cui continuerà a «studiare, pregare, mettermi a disposizione per qualunque necessità ci fosse, in accordo con il vescovo che viene». Con Giampaolo Crepaldi c’è stato, naturalmente, un primo contatto, cui altri seguiranno a Roma («ci vedremo anche lì») dopo che martedì l’arcivescovo avrà presentato l’enciclica papale cui ha lavorato. In quali termini Ravignani parlerà al suo successore di Trieste? «Questa – dice il vescovo – è una città che ha bisogno di essere capita fino in fondo anche in quella sua storia che poi lascia strascichi di difficoltà, quando non di tensione se non ancora di divisione. Ha bisogno di essere capita in quelli che sono la sua cultura, il suo modo di pensare, il modo tipico di questa terra anche di essere religiosi, la sua laicità che io definisco sana perché questa non è una città bigotta né chiusa ai valori religiosi. Io credo che i vescovi – e mi riferisco anche alla mia esperienza – abbiano qui sempre avuto la possibilità di dialogare con tutti e di essere da tutti accolti. Ed è questa una delle cose più belle che il nuovo vescovo qui troverà».

Un vescovo, Crepaldi, nominato dopo un’attesa di un anno e mezzo. «Per quanto posso dire e sapere – commenta Ravignani a chi gli chiede delle difficoltà che vi sarebbero state a individuare un nuovo vescovo – le difficoltà nascono anche dalla sede: Trieste è una città con alcuni problemi dai quali una località del Veneto, per dire, non viene neanche sfiorata…». E certo Trieste è una realtà complessa, una città di confini e di crocevia con una storia tormentata alle spalle. Ravignani conferma: «Le diverse identità, se si incontrano, finiscono per creare una ricchezza condivisa; se invece si chiudono l’una all’altra, vivono stentatamente. E anche le culture non entrano in dialogo se non ci si apre».

(p.b. su Il piccolo del 5 luglio 2009))

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.