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05 lug – Le prime dichiarazioni di Mons. Crepaldi

di PIETRO COMELLI su Il Piccolo del 5 luglio 2009

«Ho imparato Roma, adesso mi attende la prima elementare per imparare Trieste». Arriva dal Vaticano e il curriculum è di quelli pesanti, ma davanti alla nomina di papa Ratzinger monsignor Giampaolo Crepaldi non nasconde la propria emozione.

«Spero di essere all’altezza delle grandi tradizioni ecclesiali, sociali e culturali della città di Trieste», dice il segretario del pontificio consiglio della Giustizia e della Pace. Nato il 29 settembre ’47 a Pettorazza Grimani, in provincia di Rovigo, ordinato sacerdote nel ’71 nella parrocchia di Villadose. Origini venete – compreso il perfezionamento in Filosofia all’ateneo di Padova, dopo la laurea conseguita a Bologna – che non si dimenticano facilmente.

Monsignor Crepaldi come ha accolto la nomina a vescovo di Trieste?

Sono emozionato, per me questa nomina rappresenta un ritorno nel Triveneto. Confido molto nella preghiera della comunità cristiana di Trieste che saluto e nel dialogo che intendo instaurare con le autorità comunali, provinciali e regionali. Una collaborazione da allargare alle altre chiese e comunità ecclesiali, anche con i fratelli ebrei e tutti coloro che professano la fede in Dio.

Condivide la definizione che Trieste anche dal punto religioso è una città laboratorio?

È stata e sarà un laboratorio di incontro tra culture ed etnie diverse, tutte concordi a costruire quell’ordo amoris di cui parlava Sant’Agostino. Il fondamento di una convivenza civile e fruttuosa.

A Trieste è presente la comunità slovena e il vescovo è chiamato a conoscere anche la lingua della minoranza.

I triestini dovranno essere buoni con me, ho imparato Roma e adesso mi attende la prima elementare per imparare Trieste. Un saluto affettuoso va alla comunità slovena, per il momento quella cattolica.

Il suo insediamento avverrà dopo l’estate, molto probabilmente a settembre?

Questo ancora non lo so, colgo però l’occasione per dedicare il primo pensiero al mio predecessore Eugenio Ravignani e a tutto il clero triestino. Nello svolgimento del ministero saranno loro che mi daranno una mano.

Cosa intende portare a Trieste?

La mia disponibilità ad aprire la chiesa. Penso al mondo della cultura, con un occhio di riguardo alla prestigiosa Università di Trieste, ma anche al mondo delle professioni. Il lavoro degli imprenditori, degli operai, degli artigiani e dei commercianti è sempre stato collegato alla mia vita episcopale. Ma c’è un aspetto che mi preme trasmettere ai triestini…

Prego.

Coloro che soffrono e hanno perso il gusto della vita saranno tutti privilegiati e troveranno nel vescovo un interlocutore sempre pronto. La mia prima preoccupazione va a coloro che hanno la vita gravata da sofferenze morali, spirituali e materiali. Spero che con il mio servizio in nome del Vangelo di Gesù Cristo tutti assieme sapremo scrivere delle pagine belle, serene e feconde.

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