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04 apr – Nuovo sindaco: Pola tornerà grande come nell’antica Roma

dall’inviato GIULIO GARAU su Il Piccolo del 4 aprile 2010

POLA Quindicimila militari, occupavano in maniera stabile fino agli anni ’80 Pola, una città strategica per l’ex Jugoslavia, che era accerchiata con i suoi 60mila abitanti concentrati per la gran parte in centro. Piano piano se ne sono andati, hanno lasciato caserme, ma soprattutto aree e zone sul mare ad altissimo pregio. Centinaia di ettari, quasi 200 in un’intera penisola di fronte alle Brioni. E con l’indipendenza dagli anni ’90 Pola si è riscoperta ancora più vasta e con in mano una ricchezza immensa, tutta da valorizzare.

«È una sfida grandissima» ripete Boris Miletic, giovanissimo sindaco di Pola guardando le carte colorate del piano regolatore che tiene appese in ufficio. Aveva sostituito nel 2006, a 31 anni, il sindaco Valter Drandic che si era dimesso a sorpresa per problemi di salute. Lo scorso anno, a maggio, la sua elezione come sindaco alla testa della Dieta democratica istriana (una coalizione di centrosinistra assieme ai socialisti), quasi un plebiscito (oltre il 58%) e senza ballottaggio battendo altri sette concorrenti.

Era tutto fermo a Pola, la città stava cadendo a pezzi, ma con il nuovo sindaco che è anche deputato al Sabor di Zagabria e la nuova giunta c’è stato un improvviso risveglio: lavori in corso, infrastrutture, circonvallazioni, rotonde spartitraffico, nuove aree verdi. Ora c’è anche la rete wireless internet gratuita nel centro storico. È un cantiere aperto ormai Pola, ma lo è anche tutta la Croazia dalla Dragogna fino a Medulino, si sta correndo per realizzare l’autostrada che si collega con Capodistria.

«A giugno sarà aperta la strada veloce fino a Canfanaro – annuncia Miletic – abbiamo realizzato metà del percorso fino a Capodistria. Tra poco da Trieste si arriverà a Pola in meno di un’ora».

Era studente di economia all’Università Miletic quando fu «illuminato» dalla politica: «Il programma della Dieta parlava di regionalizzazione e demilitarizzazione. Per me è stata la calamita che mi ha fatto iscrivere al partito» racconta.

Apprezzato, rispettato. Anche in giunta e in consiglio comunale non ci sono contrasti: «Tutto fila liscio, una favola rispetto a un tempo» dice con tono soddisfatto. Un sindaco alla mano Miletic che saluta tutti quando passa per le strade di Pola, che ha messo in moto la macchina delle opere pubbliche facendola girare a massimo regime. Bisogna recuperare gli anni perduti e a Pola le cose da fare sono ancora tantissime.

«Stiamo investendo un sacco di soldi – conferma – con programmi che andranno avanti per parecchi anni. Solo per la rete del gas 15 milioni di euro, 35-40 per quella fognaria. E badi che parliamo solo della rete, gli impianti sono esclusi. Fare lavori pubblici a Pola le assicuro che è durissimo: ogni volta che si scava saltano fuori resti romani».

L’ultimo piano regolatore è del 2007, ma Miletic ha già messo mano a quello nuovo. Va avanti come un treno e fa rapporto ai suoi concittadini che lo hanno eletto ogni giovedì a mezzogiorno con una conferenza stampa a cui i giornalisti partecipano sempre numerosi. E per far sapere proprio a tutti cosa sta facendo il Comune ha fatto stampare un libretto con oltre 14 facciate in cui si spiega nel dettaglio i progetti avviati. Solo per il programma sociale a sostegno dei cittadini, giovani e anziani, sono stati stanziati oltre 35 milioni, oltre un milione solo per i parchi giochi dei bimbi nelle aree verdi.

«Abbiamo il nuovo piano regolatore – spiega indicando le aree di intervento sulle mappe – stiamo investendo su nuove strade. Abbiamo messo a bilancio almeno 8 milioni. La situazione è molto difficile, ci sono ancora un sacco di buchi. E dopo l’inverno che è passato è ancora peggio, il gelo ha fatto danni notevoli. Ma stiamo lavorando. Abbiamo anche la nuova scuola dopo 25 anni. E dobbiamo anche recuperare il centro regionale per la gestione dei rifiuti: la spesa prevista è di 50 milioni».

I mesi corrono e non ci sono mani sufficienti per stare dietro ai lavori e ai progetti. Soprattutto nelle aree ex militari. «Ci sono zone da centinaia di ettari bellissime – racconta il sindaco mostrando le zone colorate di verde sulla cartina – è stata una battaglia durissima convincere il governo a liberarle. E i frutti si iniziano a vedere. C’era una vecchia caserma in centro, l’abbiamo recuperata per le associazioni che l’hanno trasformata in centro dove si fa cultura, sport, iniziative. Un esempio unico in Croazia».

Ma c’è anche la penisola da 190 ettari di fronte alle isole Brioni. Miletic ha già in mente i progetti: «Penso a un campo da golf, ad alcuni alberghi, a una struttura sportiva ma anche a un museo. E poi vede qui di fronte in questa darsena? Era il porto dei sottomarini: lo trasformeremo in marina per megayacht. Ce ne sono pochissimi nel Mediterraneo».

Ha la luce negli occhi Miletic quando parla della sua città e confessa il suo sogno: «Io credo che Pola abbia un grande potenziale, ma deve svilupparsi in maniera sostenibile. Lo vedo il futuro di questa città: deve tornare grande come al tempo dei romani». È mezzogiorno, i giornalisti aspettano per la consueta conferenza stampa di fine settimana. Miletic si congeda, ma prima va dietro la scrivania e stacca dalla parete un quadretto dove è incorniciato un telegramma. «Questo me l’ha mandato Primo Rovis per congratularsi della mia elezione a sindaco. Sa, è cittadino onorario di Pola – continua mostrando la pietra da collezione che gli ha regalato e che tiene in bella vista sul tavolo – e ha aiutato molto gli anziani della città. Ha regalato un sacco di vestiti alla casa di riposo. Boris, mi ripete sempre quando viene a trovarmi a Pola, bisogna darse de far! Quando torna a Trieste lo chiami e lo saluti tanto da parte mia».

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