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03 nov – Monfalcone: targa di carta sul monumento incompleto

Il monumento di via dell’Istria a Monfacone ieri, solo per un giorno, non è stato un ricordo muto dell’esodo e della tragedia delle foibe. Qualcuno nella notte tra domenica e lunedì ha dato un senso alle due pietre carsiche poste nel parco dell’ex ospedale di via Rossini e ancora prive della targa che il Comune deve apporre per completare il cippo, collocato invece già all’inizio dello scorso febbraio. Il rosso della pietra carsica ieri mattina era rotto dal violetto dei crisantemi. Dietro la pianta, seminascosto, ma ben leggibile, un foglio con poche parole: «Nel silenzio più assoluto… gli infoibati posero». Non uno scherzo, quindi, ma un atto per ricordare, seppure venato di un filo di rabbia.

Nelle giornate dedicate ai defunti e ai Caduti di tutte le guerre, qualcuno, per il quale le vicende di quasi sentant’anni fa sono ancora vive, ha voluto colmare l’evidente lacuna delle cerimonie ufficiali promosse tra sabato e domenica. Corone sono state posate al monumento ai Granatieri di Sardegna e ai partigiani, ai lavoratori del cantiere morti nella Liberazione e alle vittime civili della Seconda guerra mondiale, oltre che al monumento ai Caduti di via Fratelli Rosselli. In via dell’Istria, nulla.

Dopo le sollecitazioni del Comitato 10 febbraio nell’estate 2007, la giunta decise che i tempi erano maturi per una ”memoria condivisa” e un ricordo che, in ogni caso, non si prestasse a strumentalizzazioni. Un percorso che si è poi concretizzato a febbraio di quest’anno nell’intitolazione all’Istria della nuova strada di collegamento tra via Rossini e via Aquileia e alla posa del cippo in memoria delle vicende del confine orientale. Peccato che in 9 mesi le pietre poste nel parco dell’ex ospedale siano rimaste solo delle pietre. E della targa che doveva spiegarne il significato nemmeno l’ombra. Solo a settembre la giunta ha raggiunto un accordo sulle parole da incidere sulla targa (quelle pronunciate dall’ex presidente Carlo Azeglio Ciampi). L’operazione però non è ancora andata in porto.

(l.b. su Il Piccolo del 3 novembre 2009)

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