Giustizia storica per il popolo dell’Esodo

Siamo alle solite… gli esuli giuliano-dalmati in mezzo alle dispute politiche

Articolo di Carlo Greppi su Domani “Foibe, fascismo, Resistenza. Da molti anni raccontiamo la storia a rovescio”: http://www.editorialedomani.it/idee/cultura/italia-storia-memoria-foibe-fascismo-resistenza-fratelli-ditalia-o0hijdmf

Ora il Giorno del Ricordo è, secondo Gobetti e molti altri, diventato “La Giornata della Memoria Fascista”…

Il pur legittimo dibattito sulle memorie, non deve però prevalere sul diritto acquisito del ricordo a livello nazionale delle tragedie che hanno colpito la Comunità degli esuli giuliano-dalmati. Una massa di oltre 300.000 persone che persero tutto. Un popolo massacrato, maltrattato, derubato e allontanato dalle proprie case e dalla propria terra in nome di quale pace e giustizia? Quella applicata dal regime comunista jugoslavo del Maresciallo Tito per anni e anni in tempo di pace? Raccontare questa storia ora diventa alimentare la destra… Il popolo giuliano-dalmata ha sofferto tutti gli “ismi” del Novecento, questa è una verità.

Si dice, nell’articolo che molti uccisi nelle foibe erano colpevoli. Sicuramente ve ne sono, ma dove sono i documenti o le sentenze di tribunale che suggellano i postulati di colpevolezza? Nella maggior parte dei casi di persone infoibate non ci furono  processi poiché tali eliminazioni erano semplici esecuzioni sommarie. I tribunali popolari jugoslavi, in realtà, erano lo strumento di una dittatura antidemocratica  e liberticida. I processi dell’Armata popolare jugoslava erano dei processi farsa, dove gli accusati non avevano nessuna possibilità di difendersi. Le nazionalizzazioni dei beni degli italiani erano atti  imposti da una dittatura comunista. Come possono nel 2021 degli storici, che si dichiarano tali, non tener conto anche solo di questi aspetti? Certamente i crimini del fascismo e del nazismo non vanno dimenticati, ma non possono essere la giustificazione dei crimini contro l’umanità perpetrati dai comunisti jugoslavi.

Inoltre all’ultimo prefetto di Zara italiana Vincenzo Serrentino, come si riporta nell’articolo, non è stata  concessa la Medaglia d’Oro al Valor Civile, ma una semplice medaglia commemorativa ai famigliari in base alla legge 92/2004. Serrentino ha subito un processo farsa dal Tribunale dell’Armata Popolare Jugoslava e prima di arrivare a rapide conclusioni, bisognerebbe ponderare bene certe affermazioni di Gobetti che poi vengono riprese anche da Greppi.

In conclusione pur comprendendo le preoccupazioni dell’autore dell’articolo egli non dimostra alcuna attenzione alle ragioni della Comunità giuliano dalmata.

Alcune brevi considerazioni aggiuntive.

Il Giorno del Ricordo rende vivo alla Nazione italiana il dolore del popolo giuliano-dalmata, che ha pagato fino  in fondo e per tutti gli errori delle varie ideologie e gli orrori della Seconda guerra mondiale.

Nel secondo dopoguerra gli esuli giuliano-dalmati venivano fischiati, minacciati, osteggiati dai militanti del PCI per motivi ideologici. Ora gli “eredi” di quella ideologia continuano a fare lo stesso nei confronti della Comunità esule. Nel dibattitto inscenato da Eric Gobetti e altri contro le Destre, le ragioni e i diritti alla memoria degli esuli giuliano-dalmati sembrano non avere alcuna importanza.

Non è così che si costruisce una “Memoria intera” o si rende giustizia storica a un popolo che vanta una storia secolare.

Marino Micich
Direttore del Museo Archivio Storico “Fiume” di Roma 

Fonte: Arcipelago Adriatico – 09/06/2021

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