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Già scricchiola l’unità nell’UESE

Riportiamo il recente Comunicato stampa dell'UESE, la neo-fondata Unione Europea degli Esuli e degli Espulsi, di cui è segretario generale Massimiliano Lacota.

Trieste, 25.02.2008

Senza troppo stupore abbiamo appreso della prevista delibera della Bund der Vertriebenen (BdV) nel merito della sua adesione alla Unione Europea degli Esuli e degli Espulsi (UESE), avvenuta pressoché nello stesso momento in cui la Federazione austriaca VLÖ aveva invece ratificato l’entrata quale Organizzazione costituente.

E’ invece molto significativo sottolineare sia la impreparazione come pure la scarsezza di elementi obiettivi e di informazioni attendibili sulla base dei quali siano invece state prese le necessarie informazioni, condotte le eventuali discussioni ed assunte le conseguenti decisioni, posto che un incontro esplicativo con il Präsidium – sollecitato dalla stessa Presidente Signora Steinbach, già saltato alcune volte e respinto improvvisamente tre giorni prima della data prefissata (il 17 gennaio 2008) – avrebbe fugato ogni ragionevole dubbio sia sulla serietà e sull’impostazione organica della UESE sia sulla sua assoluta volontà di non contrapporsi e di non concorrere con nessuna delle altre organizzazioni già esistenti.

Il rifiuto di un confronto – per il quale il Segretario Generale Massimiliano Lacota ha sempre dimostrato la massima disponibilità ritenendolo utile ed anche necessario – dettato dalla volontà bizzarra ed esclusiva della Sig.ra Steinbach, dimostra senza necessità di ulteriori ragionamenti la difficoltà, per fortuna limitata ad un numero minimo di singole persone, ad impostare un percorso diverso dal passato, abbracciando un progetto innovativo, libero da condizionamenti e di ampio respiro, quale vuole essere quello della UESE, aperto alla collaborazione ed al contributo soprattutto di quelle realtà consolidate e di grande esperienza come il Bund der Vertriebenen.

Non è certo a colpi di comunicati stampa, infarciti di insulti e menzogne di basso profilo, morale e politico, contro potenziali partner e sinceri alleati che si può costruire un futuro sinergico e più incisivo a favore della collettività degli espulsi, in Germania, come nel resto d’Europa: anzi, è certo che così facendo, non solo si creano situazioni di naturale incomunicabilità e confusione, ma si alimentano solo e nient’altro le aspirazioni di chi – e sono in molti – vorrebbe che il destino degli espulsi e degli esuli in Europa si concludesse senza alcun barlume di giustizia e di verità.

Si deve confidare dunque nel senso di responsabilità di tutte le Landsmannschaft e le Organizzazioni in Europa, e nell’intelligenza e nella capacità dei loro rappresentanti affinché capiscano che l’estensione ad un livello diverso del passato e la coesione e la stretta condivisione di strategie allargate può essere l’unica via di

fuga da un presente non certo degno dei sacrifici e del prezzo che milioni di persone hanno pagato per riscattare l’Europa dalle nefaste ideologie che l’hanno finora consumata e deteriorata.

L’Unione Europea degli Esuli e degli Espulsi è frutto di una progettualità condivisa, discussa e creata assieme ad Organizzazioni serie e riconosciute che nulla hanno a che fare con supposte fazioni estremiste, siano esse naziste, fasciste oppure di stampo gulag-sovietico, e continua ad essere aperta a tutte le Associazioni che vi si riconoscono e che hanno compreso la necessità di non isolarsi nella nicchia nazionale e nazionalista, al di fuori del panorama europeo nel quale viviamo e nel quale – se vorremo dei risultati – ci si dovrà confrontare.

Le chiacchiere e le sterili polemiche, per giunta pretestuose e pertanto immediatamente smentibili, sono ingredienti di una logica di “orticello” che ognuno vuole continuare a coltivare, per sé stesso e basta.

 

da uese.splinder.com

 

 

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