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Cosolini scrive a sindaco Roma: «Foibe dramma di tutto il Paese»

Da Trieste a Roma. Il “caso Nieri” induce il sindaco Roberto Cosolini a scrivere al collega Ignazio Marino. Per esprimergli «la preoccupazione e la sorpresa della Comunità che rappresento per le dichiarazioni con cui il vicesindaco Luigi Nieri è sembrato derubricare la tragedia delle Foibe a vicenda esclusivamente locale».

Come noto, tutto è nato dalla frase del politico di Sel e vicesindaco della capitale: «Roma è medaglia d’oro della Resistenza, ha subito il fascismo e il nazismo, la deportazione del Ghetto. È quella la nostra memoria. Altre città ricorderanno le foibe», risposta data in un’intervista al Corsera alla domanda: «Continuerete a portare i ragazzi delle scuole alle foibe?».

Pur ritenendola un «involontario e infelice errore, anche alla luce della successiva precisazione» dello stesso Nieri («Roma capitale è impegnata anche a tenere vivo il ricordo di episodi drammatici accaduti in altri luoghi del nostro Paese che è doveroso conservare, nell’interesse della collettività, compresa la tragedia delle foibe»), Cosolini ha ugualmente ritenuto di inviare una lettera ufficiale al sindaco Marino.

«Se ti scrivo – recita il testo – è però proprio per la preoccupazione, da un lato, che ci possa essere una tendenza a non considerare come doveroso patrimonio della memoria storica e civile del nostro Paese l’insieme delle tragedie, di cui le Foibe sono parte integrante, che segnarono il periodo bellico e postbellico al confine orientale, e dall’altro che i drammi delle Foibe e dell’Esodo ritornino così ad essere terreno di polemica e magari di strumentalizzazione politica, tendenza – sottolinea Cosolini nella lettera – apparsa anche in qualche reazione alla frase di Nieri».

Esponenti del centrodestra, a Roma come a Trieste, avevano subito condannato in maniera molto netta l’uscita del vicesindaco della capitale. A proposito Cosolini, nello spiegare la sua decisione di scrivere a Marino, specifica: «Non l’ho fatto per rispondere ad alcuni inviti un po’ sguaiati che mi sono arrivati e che mi lasciano indifferente per l’uso strumentale di questo infortunio, ma per esprimere la preoccupazione della città. Città che ha avuto un percorso faticoso e doloroso. Credo che quello di Nieri sia stato un errore e ritengo che anche dagli errori si debbano trarre delle lezioni».

Nella missiva Cosolini ricorda inoltre a Marino come Trieste abbia «vissuto con grande drammaticità tutte le tragedie causate dai nazionalismi aggressivi e dai totalitarismi del ’900: dalla persecuzione delle minoranze slovene e croate attuate dal fascismo, dall’annuncio a Trieste della promulgazione delle leggi razziali, alla persecuzione e alla deportazione verso i campi di sterminio di tanti appartenenti alla Comunità ebraica, dal campo di sterminio nazista della Risiera agli eccidi delle foibe fino al dramma dell’esodo».

Per molti anni, aggiunge il sindaco, Trieste è stata caratterizzata da «un clima di divisione», «di memorie contrapposte»: «una situazione in cui il passato segnava in modo molto pesante il presente e rendeva così difficile volgersi verso il futuro». Cosolini evidenzia poi i grandi passi avanti fatti nel tempo grazie «a un doppio riconoscimento: quello reciproco delle diverse memorie e quello derivante da una presa di coscienza nazionale» sulle tragiche vicende del confine orientale, troppo a lungo – rileva il primo cittadino – considerate «marginali per la memoria storica del nostro Paese».

Infine, l’invito, da sindaco a sindaco, a operare e a collaborare fra istituzioni affinché soprattutto i giovani «possano trarre da tutti gli orrori del ’900 l’insegnamento ad amare e difendere la libertà e la democrazia e a far propri valori di solidarietà e di rispetto per le diversità di nazionalità, di cultura, di fede».

E sul “caso Nieri”, il senatore del Pd Francesco Russo e il vicecapogruppo Pd in Consiglio comunale a Trieste Alessandro Carmi invitano il vicesindaco di Roma «a venire in visita ufficiale a Trieste con una delegazione di studenti capitolini: sarebbe una bella occasione per chiudere una brutta pagina di inutili polemiche e fraintendimenti con un gesto di alto valore simbolico».

Matteo Unterweger
www.ilpiccolo.it 20 agosto 2013

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