MOMPADERNO Nella sua ultima riunione, la Giunta esecutiva dell'Unione italiana ha proposto la stesura di un regolamento specifico riguardante l'importazione dei libri di testo scolastici dall'Italia. È questa in pratica la risposta al restringimento dello spazio di manovra previsto dal disegno di legge sui libri di testo per le scuole elementari e medie superiori in Croazia.
Stando a Zagabria, in futuro, i libri provenienti dall'Italia per poter venir usati in classe dovrebbero venir sottoposti al vaglio e verifica di varie commissioni con un iter piuttosto lungo e complesso. La Giunta ha altresi ribadito l'imprenscindibile diritto ai libri di testo provenienti dalla Nazione Madre, però ora si pone il problema come regolamentarlo e come farlo rientrare nel sistema educativo istruttivo vigente in Croazia. Queste e altre questioni dovrebbero venir appianate appunto dal futuro regolamento. Una cosa appare certa: le scuole della Cni hanno assoluto bisogno dei testi provenienti dall'Italia anche tenuto conto che l'anno scolastico è iniziato senza i libri di testo dell'Edit, come precisato da Norma Zani a capo del settore scolastico dell'Ui, e ciò non per colpa della casa editrice fiumana ma per cause riconducibili al ministero croato della Pubblica istruzione.
Ossia l'Edit ha stampato i testi ma la verifica delle traduzioni si è arenata in sede delle apposite commissioni. Come rilevato in sede di Giunta, a questo punto ci va di mezzo l'immagine delle scuole della Cni con le possibili implicazioni e riflessi negativi nella prospettiva delle future iscrizioni. Va detto che la proposta governativa sulla modifica della legge sui libri di testo non ha ricevuto un numero sufficiente di voti dalla Commissione parlamentare per i diritti umani e delle minoranze nazionali,di cui è presidente l'on. Furio Radin, presidente dell'Unione italiana, proprio per l'irrigidimento dei criteri. «I libri provenienti dall'Italia non costituivano un problema prima degli anni Novanta – ha detto Radin – per cui non vedo il motivo per il quale dovrebbe rappresentarlo al giorno d'oggi,agli inizi del 21° secolo». (p.r.)