“Se non hai radici, non hai fronde, non hai futuro”. Si condensa in una frase, significativa perché racchiude un po’ il senso di “Istria Nobilissima”, l’intervento di Massimo Bubola alla cerimonia della premiazione del Concorso d’Arte e di Cultura, organizzato dall’Unione Italiana, congiuntamente con l’Università Popolare di Trieste, con il sostegno del Consiglio per le minoranze nazionali della Repubblica di Croazia. Parole intercalate da alcuni brani musicali, per circa un’ora trascorsa in compagnia di uno tra i più raffinati protagonisti della canzone d’autore italiana, intervistato per l’occasione da Andrea Effe. Artista veneto, con qualche “ascendenza” istriana, Massimo Bubola si è offerto copiosamente al pubblico numeroso, che ha affollato la sala “Cristoforo Colombo” del centro congressi “Portus”, presso l’albergo “Slovenija” di Portorose.
Il cantautore ha parlato di sé, della sua arte, delle sue esperienze, della sua poesia e prosa, dei sapori, dei profumi, dei colori e dei ricordi di cui sono imbevute le sue opere; ha riflettuto sulle corrispondenze tra la sua terra, il Veneto, e l’Istria, sul Mediterraneo – quello di Matvejević, piuttosto che di Salvatores –, sulla Mitteleuropa, sul ruolo che la Cultura dovrebbe avere nella società, su Bassani e Tomizza… Tanta carne sul fuoco, troppa – se sommata alle prolusioni d’apertura – per chi in sala, accorso anche da lontano, era in trepidante e impaziente attesa di conoscere i nomi dei vincitori. Che quest’anno, come già anticipato, sono stati comunicati in diretta dalla conduttrice della serata, una smagliante Rosanna Bubola. Nel ruolo di “paggetti” i VIP dell’evento: l’ambasciatore italiano in Slovenia, Rossella Franchini Sherifis, il console italiano a Capodistria, Maria Cristina Antonelli, il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul (assenti invece, per un malore, il presidente Furio Radin, e la titolare del Settore Cultura, Marianna Jelicich Buić, rispettivamente per un impegno all’estero il deputato CNI al parlamento sloveno, Roberto Battelli), il presidente dell’Università Popolare di Trieste, Silvio Delbello, e il suo direttore generale, Alessandro Rossit, il vicepresidente della Regione Istriana, Giuseppina Rajko, e il vicesindaco di Pirano, Bruno Fonda.
Sul palcoscenico sono sfilati, uno a uno quasi tutti i protagonisti di questa 46.esima edizione di “Istria Nobilissima”, che come da tradizione abbraccia in sé anche i Premi “Paolo Lettis” e “Antonio Pellizzer”: pittori, ceramisti, scultori, fotografi, scrittori, poeti, attori-autori di testi teatrali, registi, compositori, musicisti, giornalisti, docenti delle scuole CNI…, che da sempre sono gli artefici e i portatori dello slancio, della vitalità, del dinamismo e della creatività della CNI. Nel suo discorso Maurizio Tremul ha fatto riferimento alla mole di attività che l’UI è riuscita a svolgere e che continua a portare avanti nonostante la complessità e la drammaticità dei tempi attuali. Le nubi plumbee, la cappa psicologica che finora ci opprimevano, stanno per diradarsi. “Tutto ciò che stiamo facendo aumenta la nostra consapevolezza, il nostro ruolo, la nostra centralità in una terra che, fra pochi giorni, tornerà a essere centrale con l’ingresso della Croazia nell’Unione europea. Il nostro essere Comunità, ma comunità vera, fatta anche da chi è stato espulso o se n’è dovuto andare da questa patria, potrà quindi articolarci con più serenità, in un progetto più compiuto e più ambizioso”, ha concluso Tremul, citando in conclusione le parole di un suo caro amico che, per coincidenza, sono anche il titolo di un album di Massimo Bubola, “In alto i cuori”.
L’assessore della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Gianni Torrenti (il presidente Deborah Serracchiani ha inviato un messaggio di appoggio e apprezzamento), ha parlato della continuità del Premio come di una dimostrazione, da parte degli enti promotir, di “decisione, serenità, impegno, di un’idea sempre in mente, a prescindere dalle contingenze”, che ha aiutato la CNI a superare momenti anche molto complessi. Torrenti si è soffermato sul concetto di “felicità”, individuando nella bellezza, nella cultura – intesa nel senso più vasto del termine –, una delle vie per raggiungerla.
Riferimenti alla cultura che genera un forte sentimento identitario, ma che crea ponti tra i popoli, nelle parole del console generale d’Italia a Capodistria, Maria Cristina Antonelli. La cultura, questo patrimonio in cui si rispecchiano dei valori, sono per noi un passepartout, che nessuno ci potrà mai sottrarre, ma occorre essere più incisivi e sempre più convinti di quello che abbiamo. Occorre pensare da europei, promuovere e affermare la cultura del vivere insieme con i popoli che ci stanno accanto. “Voi con questa vostra iniziativa e altre che portano lo stesso segno, state offrendo a tutti noi l’esempio migliore di come riuscire a farlo. E vi posso assicurare che non siete soli, che l’Italia, la nazione madre, vi guarda e vi è accanto”.
“Sono nata anch’io sull’Adriatico, sull’altra sponda, e vedere che qui queste tradizioni hanno la capacità di entrare in tanti partecipanti e di rinnovarsi, di espandere il loro raggio d’attività, è veramente una scoperta che mi riempie di gioia”, ha premessso l’ambasciatore Rossella Franchini Sherifis, ricolleganosi alla lunga tradizione di “Istria Nobilissima”. E ha aggiunto: “È bello essere qui con voi e celebrare questo evento, che si colloca in un momento in cui finalmente stanno cadendo le barriere che avevano separato questa terra da sempre multietnica. Voi siete la parte che più degli altri ha subito le conseguenze delle divisioni che hanno pesato e segnato così tanto le vostre anime. E riuscire a esprimere la voglia di vedere nella creazione artistica una grande forza, soprattutto a livello personale, di saper guardare in modo ottimistico il futuro, di saper riscoprire la bellezza nell’arte di vivere, anche questo è un simbolo del nostro modo di essere. Vi sono molto grata di tutto quello che state facendo, e del fatto soprattutto di rendere tangibile, vivo, questo patrimonio di cultura di cui tutti andiamo molto fieri”.
Quindi, ricollegandosi agli incontri tra i vertici italo-sloveni, ai quali hanno preso parte i vertici dell’UI, ha concluso che Italia, Slovenia e Croazia sono “ritornate a essere una forte squadra”, in grado di far valere le proprie esigenze in ambito europeo e nel contesto regionale. “Speriamo di riuscire ad attirare verso questa grande idea di integrazione, di pace e di democrazia che è l’UE, al di là delle difficoltà attuali di ordine economico-finanziario, anche le altre repubbliche dell’ex Jugoslavia”. Complimenti a tutti, a prescindere se vincitori o meno, perché in fin dei conti “l’importante è partecipare”.
È seguita la consegna dei riconoscimenti di “Istria Nobilissima”, con una finestra sul mondo della scuola CNI, grazie al Premio “Antonio Pellizzer”, attribuito, per l’opera omnia, ad Alenka Pišot, docente del Ginnasio “Gian Rinaldo Carli” di Capodistria e a Gloria Tijan, direttrice della Scuola elementare “Gelsi” di Fiume. Erano gli unici nomi che si conoscevano da prima. Gli altri sono stati una “rivelazione” (con “imbarazzo” della presentatrice, che si è scoperta vincitrice). “Che ne dite di questa formula?”, ha chiesto alla platea Rosanna Bubola. E di fronte a certi mugugni, ha incalzato: “Ma non vi piacciono le sorprese?”. Divise, più tendenti al “no”, le reazioni. Si voleva maggiore adesione alla solennità? L’obiettivo può dirsi anche raggiunto, almeno in buona parte, nonostante l’assenza di alcuni premiati e di quanti hanno preferito non intraprendere un viaggio impegnativo, con il rischio di andare “a vuoto”.
A margine dell’evento, risuona una nota stonata: i ringraziamenti pronunciati in croato dalle ragazze della Schola cantorum. Hanno ammesso candidamente di non parlare l’italiano. Ma il Concorso non promuove lingua e cultura italiane? È proprio vero, certe volte il silenzio vale oro.
Ilaria Rocchi
“la Voce del Popolo” 24 giugno 2013