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Viaggio in Istria per ricordare Esuli e Foibe (Giornale di Brescia 20 giu)

Quando, bambini profughi, improvvisamente orfani e poveri siamo fuggiti
dalla terra che ci era più cara, verso l'Ignoto, mai avremmo pensato nella
solitudine del nostro silenzio di Esuli, di fare ritorno con ragazzi, con
giovani e docenti che volevano sapere, che volevano conoscere più da vicino
il Dramma Istriano, Fiumano e Dalmata.

Ci è stato chiesto più volte di spezzare la dolorosa barriera del silenzio
che per troppi anni ci ha fatto sentire diversi e molto soli. Non
desideravamo altro, consapevoli e fiduciosi che rompere il silenzio poteva
essere l'inizio del percorso della nostra Verità verso la Giustizia e la
Pace.

All'inizio furono timide rivelazioni, impregnate di pudore e di sofferenza
rinnovata, ma con il «Giorno del Ricordo» ci siamo resi conto che tanta
gioventù aveva diritto di sapere ciò di cui noi Esuli siamo responsabili
portatori.

Siamo i vecchi più giovani che ancora possono e devono dire: c'ero anch'io!
Anch'io ho visto, anch'io posso combattere la mistificazione di coloro che
per finalità politiche negano o minimizzano un dramma che nelle terre
italianissime dei Confini orientali d'Italia, è stato vissuto e sofferto non
solo dalle genti che lì erano nate, ma da tanti, troppi Italiani che lì
combattevano per salvare la Patria dall'invasione delle truppe di Tito che
si era alleato con le Grandi Potenze al solo scopo di realizzare l'annessione
delle Regioni orientali d'Italia alla sua Jugoslavia.

Il presidente Luciano Rubessa, che rappresenta gli Esuli di tutta la
provincia di Brescia ed anche la Consulta della Lombardia, ha voluto ed
ottenuto dall'Amministrazione provinciale, già da qualche anno che gli
studenti partecipassero ad un Concorso con lavori e ricerche sulla Storia di
queste terre di confine, appartenute all'Italia fino al 1947, quando con il
nefasto Trattato di Pace di Parigi e poi con il Trattato di Osimo del 1975,
furono definitivamente cedute all'ex Jugoslavia.

Assieme al presidente Rubessa, noi, Nidia Cernecca e Gigi D'Agostini, con i
docenti di varie scuole della Provincia di Brescia, abbiamo accompagnato
ancora una volta, i ragazzi vincitori del Concorso e convissuto per due
giorni con studenti coinvolti nella «sacralità» del tema sul quale avevano
fatto già approfondite ricerche.

Il ritrovarsi, gli studenti, sui gradoni monumentali del Sacrario di
Redipuglia il primo giorno, il percorrere quasi in una sofferta rassegna le
tombe di tanti Italiani caduti per la Patria nel primo Conflitto mondiale in
età che poteva essere la loro, fu riflessione profonda e sentita, fu
conferma che il loro lavoro era stato non solo legittimo ma doveroso, per
conoscere e far conoscere il cammino verso la Pace.

Parenzo fu la città che ci accolse in riva al mare ed i ragazzi, consapevoli
che il tempo ci era avaro, sottrassero al sonno le ore che la loro vitalità
pretendeva, per godersi i profumi che sapevano di mare pulito e di
rigogliose pinete. I docenti furono generosi e benevoli nell'assecondare chi aveva già faticato con impegno per guadagnarsi il meritato premio.

Il risveglio, al mattino seguente, con sole radioso e caldo, accolse i
nostri giovani nel modo più felice per partire, dopo una lauta colazione,
alla conquista dell'antica Parendo, quasi increduli tutti, nella passeggiata
sulla «Decumana», di non essersi svegliati in una Venezia in miniatura e di
capire, poi, che non la sola Storia della Serenissima aveva lasciato il suo
indelebile segno.

L'antica «casa romana» in fondo alla strada e la sua piazzetta con l'antico borgo, furono una zoomata in tempi ancora più lontani, più remoti della Basilica Eufrasiana che ci accolse con i suoi mosaici e la sobrietà delle sue colonne di granito, sormontate da capitelli cesellati come preziosi merletti, quasi presaghi di quelle trine che poi sarebbero state tutte veneziane.

Il tempo, severo regista del viaggio, ci mise in marcia di ritorno verso
Trieste già in mattinata.

Ci attendeva la visita alla foiba di Plutone sull'altipiano del Carso
triestino. Parlammo a lungo con i ragazzi, le nostre furono testimonianze di
vita vissuta e sofferta, miste alla testimonianza studentesca di Gigi D'Agostini
che all'apparenza poteva sembrare divertente e che poi indusse i ragazzi a
riflessioni più profonde sul significato di Libertà.

Nidia Cernecca fece la propria testimonianza di figlia di una vittima,
mentre il presidente Rubessa raccontò l'Esodo vissuto da un bimbo che le
vicende della Grande Storia fecero crescere troppo in fretta.

Preparammo così i ragazzi al pellegrinaggio verso «il buco nero» della foiba
dove ci unimmo prendendoci per mano, per recitare il «Padre Nostro» in
memoria di tutti i Caduti nelle foibe che, prima di precipitare, avevano
prediletto la Preghiera del Padre.

Sull'orlo della foiba di Plutone, il dr. Giorgio Rustia, ricercatore
storico, ha illustrato ai ragazzi, con la sua proverbiale precisione, la
vicenda dell'infoibamento avvenuto nel maggio 1945, per mano di comunisti
italiani, documentandolo con ricchezza di particolari.

I ragazzi hanno vissuto la visita alla foiba proprio come pellegrinaggio
chiarificatore delle loro ricerche ed infatti ancora nel bosco, nel
ritornare al pullman, si sono riuniti a gruppi con noi per altre domande e
commenti, dandoci la conferma del loro intelligente e sentito
coinvolgimento.

Al pranzo che è seguito nella trattoria «Alla Posta» a Padriciano, località
alla periferia di Trieste, Luciano Rubessa aveva invitato il presidente dell'Associazione di Esuli «Unione degli Istriani» Massimiliano Lacota ed il suo vice Enrico Neami che si sono rivolti ai ragazzi con sentite e lusinghiere parole di
apprezzamento per le loro ricerche sull'Istria, Fiume e Dalmazia.

Massimiliano Lacota aveva preventivamente organizzato con Luciano Rubessa
una visita straordinaria per il nostro gruppo al Museo di Padriciano,
istituito negli stessi edifici che a suo tempo furono un emblematico Campo
di Raccolta Profughi, uno dei 109 disseminati in tutta Italia che nell'immediato dopoguerra erano stati organizzati per ospitare gli «Espulsi» dall'Istria, Fiume, Venezia Giulia e Dalmazia dal tracotante Maresciallo Tito.

Sul posto eravamo attesi da alcuni Esuli che a piccoli gruppi ci fecero da
guida illustrando la storia del Campo con documenti, fotografie e filmati ed
ancora una volta i nostri studenti sono stati coinvolti nella Storia
mescolata con vita vissuta, sofferta e sono stati travolti da emozioni e
umane riflessioni. Nel viaggio di ritorno si è ricomposta l'atmosfera della
gita, corroborata dalla vitalità della gioventù che con le sue risorse sa
ritrovare gli equilibri emotivi. Noi accompagnatori, Istriani Esuli, che
spendiamo le forze che ci rimangono per diffondere la storia e il dramma
vissuto perché i giovani conoscano e difendano la Pace tra i Popoli,
ringraziamo i docenti che ci hanno aiutato, ma ringraziamo soprattutto gli
studenti che sono stati con noi con la piena coscienza dell'importanza di
questo pellegrinaggio.

Ringraziamo il presidente Rubessa e la Provincia di Brescia che ha sostenuto
il progetto. I ragazzi sono ritornati arricchiti non solo da nozioni, ma da
un'esperienza di vita che li ha ulteriormente maturati, cresciuti e li ha
fatti apprezzare i tanti loro doni che forse fino a ieri non avevano nemmeno
considerato o ritenuto di possedere.

Hanno capito che fuori dal loro mondo, quasi ovattato, ci sono anche coloro
che soffrono e che è dovere e diritto di tutti conoscere la storia del
passato per non essere costretti a riviverla.

NIDIA CERNECCA

GIGI D'AGOSTINI

 

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