Alle 18.35 il magnifico rettore Alessandro Mazzucco ha deciso: «La programmazione dell’evento ha suscitato, non solo in Verona, una serie crescente di reazioni e di tensioni che hanno sollevano forti preoccupazioni sulla sicurezza che potrebbe non essere garantita». E poi: «Di conseguenza il rettore è stato costretto ad ordinare la sospensione dell’incontro». Il giorno in cui il presidente Giorgio Napolitano li ha ricordati a Roma, a Verona sono state ore di passione e di polemiche per la memoria degli infoibati e dei profughi istriani e dalmati. Quelle, alquanto aspre, su una conferenza che si sarebbe dovuta tenere oggi alle 16 in un’aula universitaria del polo Zanotto. Erano già racchiuse nel tema dell’incontro, organizzato dal collettivo Studiare con Lentezza, quelle polemiche. Quel «Foibe: tra mito e realtà», incontro con la storica friulana Alessandra Kersevan, «revisionista» degli eccidi che avvennero in Friuli Venezia Giulia e in Dalmazia ai danni degli italiani. Li ha smembrati, queimassacri, Alessandra Kersevan. E li ha voluti riscrivere, stridendo il ricordo.
«I numeri non sono assolutamente quelli della propaganda di questi anni… Nel ‘45 le persone infoibate furono alcune decine… ». E ancora: «Commemorare i morti nelle foibe significa sostanzialmente commemorare rastrellatori fascisti e collaborazionisti del nazismo…». Oggi avrebbe dovuto ribadire i suoi concetti, la Kersevan, ospite dei collettivi che hanno rincarato la dose sui volantini: «ci proponiamo di individuare e discutere quelli che appaiono elementi di mistificazione, falsificazione e propaganda…». Lo avrebbero dovuto fare in un’aula data in uso, con tutti i crismi previsti, dal dipartimento Tesis, di cui direttore è il professor Gian Paolo Romagnani. Ma quell’incontro non è passato inosservato. E quello che è considerato uno sfregio alla memoria, proprio nei giorni del Ricordo ha sollevato un bailamme. Tanto che il rettore Alessandro Mazzucco ieri mattina ha scritto un messaggio alquanto duro al professor Romagnani, ribadendo che quell’incontro «adesso sarebbe veramente inaccettabile» e chiedendo che venisse rinviato. Richiesta che il professor Romagnani ieri pomeriggio ha rispedito al mittente. «Quell’aula non è mia. Se vuole annulli lui l’incontro».
Si è scagliato contro la «censura preventiva», il professor Romagnani. «Credo che gli spazi vadano dati. E questo non vuol dire che io sia d’accordo con le tesi della Kersevan. Qui non siamo a una tribuna politica, non serve il contraddittorio. È la presentazione di un libro (non è specificato neanche nel volantino, di quale libro della Kersevan si tratta, ndr) e se qualcuno non è d’accordo con le tesi esposte sarà libero di discuterne. Proprio per la concomitanza con il Giorno del Ricordo mi sembra il caso di sondare tutte le posizioni». Ad «accorgersi» di quell’aula data a ridosso delle commemorazioni per le Foibe sono stati i rappresentanti di Blocco Studentesco, braccio universitario di CasaPound. «La Kersevan – ha spiegato Martina Poli – confuterà il carattere etnico del massacro… È doveroso da parte nostra richiedere la revoca della concessione dell’aula…». Un’aula che al Blocco era stata negata per un incontro sulla poesia dialettale e Berto Barbarani, organizzato a ridosso della Giornata della Memoria. Ritenuta «provocatoria», quella conferenza non si tenne. E ieri ad alzare gli scudi era stato il consigliere comunale Vittorio Di Dio.
«L’incontro con la Kerseven è una provocazione che arriva da quei gruppuscoli della sinistra antagonista presenti e aiutati all’interno dell’università», li ha bollati. «Sarebbe come affondare un coltello nella ferita aperta sui superstiti, dei loro discendenti…». Contrario anche il Comitato Venezia Giulia Dalmazia di Verona. E da lì è partita una gragnuola di reazioni. Prima tra tutte quella del sindaco Flavio Tosi. «Concordo pienamente con le affermazioni di Napolitano: le foibe sono state una barbarie ed è intollerabile, oltre che ignobile, che proprio in occasione del Giorno del Ricordo qualcuno osi negare l’esistenza di quell’orribile massacro… Per questo condivido l’invito del rettore». Invito che, poi, è diventato «sospensione».
Anche il presidente del consiglio degli studenti Omar Rahman si era scagliato contro l’iniziativa: «Il rettore ha preso la decisione migliore». A ruota Forza Nuova «Un tacito assenso da parte dell’università equivarrebbe all’avallo di posizioni storiche e politiche vergognose», ha ribadito Fiamma Futura. L’«avvallo » non c’è stato. Ma a chi quella memoria se la porta addosso, tra Foibe e deportazioni, l’ennesimo sfregio non è stato risparmiato.
Angiola Petronio
www.corrieredelveneto.corriere.it 12 febbraio 2013