ANVGD_cover-post-no-img

Vergarolla: esuli e rimasti uniti nel ricordo (Il Piccolo 19 ago)

POLA La commemorazione delle vittime cadute nella strage di Vergarolla del 18 agosto 1946 quest’anno, per la prima volta, si è svolta nel luogo in cui si era consumata la tragedia. Una località oggi diventata porto della Marina militare croata.

Comprensibile la commozione di Lino Vivoda, uno degli scampati, ritornato sul luogo del dramma 62 anni dopo. Nel corso della breve ma emotivamente intensa cerimonia ha preso la parola anche il presidente del Libero Comune di Pola in esilio, generale Silvio Mazzaroli: «Le finalità della commemorazione sono due – ha spiegato – La prima è quella di rendere omaggio alle vittime innocenti della tragedia di Vergarolla, che accomunano le due componenti della comunità polese di allora: ossia, gli esuli e i rimasti. La seconda rimane quella che, partendo dalla condivisione di questo momento tragico che ci unisce, consente di riallacciare il dialogo tra le due componenti della società civile polese e di sviluppare questa serena convivenza tra di noi. Non esiste alcuna finalità politica e la cerimonia non vuole essere un atto accusatorio nei confronti di nessuno». Mazzaroli ha poi ringraziato il vice sindaco Fabrizio Radin «per averci voluto portare sul luogo della tragedia, avendo ottenuto l'autorizzazione di Zagabria.
Ciò conferisce ufficialità a questa cerimonia».

Successivamente ha parlato anche lo stesso Radin, dicendo che questa volta si è voluto spostare il luogo della cerimonia «per dare nuovi spunti alla stessa, all’insegna della condivisione dei sentimenti che ci accomuna tutti nel triste ricordo».

Ai vari interventi ha fatto seguito il lancio in mare di corone di fiori. Alla cerimonia non era presente la delegazione del Circolo di cultura istro veneta Istria di Trieste che, tuttavia, ha deposto una corona di fiori ai piedi del monumento nel parco vicino alla cattedrale. Il suo presidente Livio Dorigo ha dichiarato che «c’è stato un malinteso che forse ha fatto piacere a qualcuno. Noi, comunque, abbiamo un impegno morale che ci porta a ricordare i morti di Vergarolla. Se ci sono stati dei malintesi (chiaro il riferimento a certe divisioni tra le organizzazioni degli esuli), ci auguriamo attraverso un sereno incontro di diradare tutte le ombre».

L’onorevole Furio Radin, presidente dell’Unione italiana e anche lui presente ieri a Vergarolla, la divisione tra il circolo Istria e gli altri esuli è assurda. «Ritengo – ha detto – che almeno il ricordo di questa tragedia dovrebbe tenerci uniti, al di la delle sensibilità individuali. Sono convinto che la cerimonia di Vergarolla sia stata strumentalizzata politicamente negli ultimi tempi, soprattutto perché in Croazia siamo in clima preelettorale e tutto viene preso a pretesto».

Quel tragico 18 agosto 1946, a causa della deflagrazione di 9 tonnellate di esplosivo militare, morirono un centinaio di innocenti. Più passa il tempo e più diventa forte la convinzione, basata su testimonianze e precisi indizi, che non si trattò di un incidente ma di un preciso atto terroristico per intimorire gli Italiani e accelerare l’esodo. Come puntualmente avvenne. (v.c.)

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.