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Vergarola, memoria e dignita’ (Voce del Popolo 18 ago)

Vergarola. Il ricordo che fa male. Fanno sessantadue anni dalla tragedia che trasformò la spiaggia di Vergarola in un mattatoio, la città in un immenso, indicibile lutto.

Se negli altri giorni dell'anno il ricordo è singolo, personale, famigliare, nell'anniversario si fa comune e condiviso. E forse fa più male ancora perchè è "quel" giorno. Il giorno che chiuse un libro, sbattendo la copertina, e ne aprì un altro. Nelle sue pagine, nelle sue righe, dolore, sgomento, incertezza, sospetto. La storia di una città che non sarebbe più stata la stessa, che avrebbe portato con dignità, orgoglio e infinita amarezza la croce della sua tragedia e che avrebbe avuto sempre sanguinante una ferita e tanti, troppi nomi. Di gente semplice tolta alla vita, di gente che il destino avrebbe trasformato giocoforza in eroi, di gente che avrebbe messo tra sè e il luogo natio distanze geografiche anche grandi ma che forse, da quella spiaggia e da quello che significò non si sarebbe allontanata mai.

Caso, strategia del terrore. Tutto questo tempo è trascorso soppesando le due possibilità. Ultimamente, dati dell'archivio di Londra, fanno pendere la bilancia della dea Giustizia dalla parte del freddo calcolo.

Giustizia. Per la tanta gente di Vergarola è passato anche questo tempo. Quello almeno della Giustizia umana. Forse quella Divina potrà dare pace ai Morti. Mai e poi mai, però, si potrà capire il calcolo, la premeditazione, il voler decidere della vita e della morte. Dell'assumersi il diritto di far cessare sogni, speranze, respiri dell'altro.

In tutto, nel bene e nel male, serve fare i conti, prima che con la Giustizia, con la Coscienza. E questo di Vergarola è un conto che mai si potrà saldare.

Passando accanto al Duomo, in un giorno qualsiasi, regaliamo almeno un pensiero: "Non vi abbiamo dimenticato, riposate in pace."

 

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