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Una vita combattuta per mantenere lingua e cultura italiana (Voce del Popolo 19nov12)

“La nostra storia – ieri, oggi e domani… e non finisce qui”, questo lo spettacolo organizzato dalla locale Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” per celebrare il 65.esimo della fondazione. Un avvenimento da incorniciare, che ha visto la partecipazione di tutte le sezioni della CI, ma anche di moltissimi ospiti, e di un pubblico talmente numeroso che, una volta riempiti i posti a sedere a teatro, ha assistito all’evento dalle scalinate.

Oggi la CI umaghese conta 2.700 soci; è la terza per numero di iscritti, nell’elenco dei sodalizi che fanno capo all’Unione Italiana; ha una sede importante e rappresenta uno dei pilastri della cultura e dell’italianità di queste terre. Per capire come le cose sono cambiate nel corso degli anni, basti dire che nel 1963 l’asilo italiano di Umago contava appena 3 bambini, mentre oggi ne ospita 187, in 6 sedi diverse. Alla festa del 65.esimo sono intervenuti il console generale d’Italia a Fiume, Renato Cianfarani, la parlamentare del Sabor Tanja Vrbat, il presidente dell’Unione Italiana e deputato al Sabor della CNI, Furio Radin, la presidente dell’Assemblea dell’UI Floriana Bassanese-Radin, il presidente dell’Università Popolare di Trieste, Silvio Delbello, il direttore generale dell’UPT, Alessandro Rossit, il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Maurizio Tremul, il sindaco di Umago Vili Bassanese, i vicesindaci Veljko Ivančić e Mauro Jurman, l’ex ambasciatore della Croazia a Roma, Drago Kraljević, decine di presidenti delle altre Comunità, consiglieri comunali, imprenditori, amici del sodalizio. Tutti per essere presenti a un anniversario importante.

 

Il programma, condotto da Larisa Gasperini, ha preso il via con gli interventi di Giuseppe Rota, Roberta Lakošeljac e Pino Degrassi, attuale presidente della CI, che hanno raccontato la storia della CI, mentre su uno schermo gigante scorrevano le immagini di foto che raccontavano la storia del sodalizio, scattate da dopo il 1947 fino ai giorni nostri. Pagine più, ma anche meno liete, di una vita combattuta fino in fondo per mantenere vive la lingua e la cultura italiana. La “Fulvio Tomizza” è l’istituzione che, dal dopoguerra a oggi, si è presa cura delle tradizioni e della lingua italiana che, se la CI non fosse esistita, sarebbero scomparse da tempo. Certo, se gli italiani di Umago sono riusciti a mantenere in vita la propria cultura, è stato anche grazie al contributo dell’Italia e a uno Statuto cittadino che pone le lingue croata e italiana sullo stesso piano.

 

Un sodalizio considerato “storico” per la CNI, con un passato burrascoso, soprattutto dopo il 1947, ma che è riuscito a svolgere e a mantenere, nel corso degli anni, un ruolo di vero protagonista a Umago e nel Buiese, dimostrando forza estrema anche nei momenti duri, spianando nel tempo la strada pure alla nascita di altre Comunità nel comprensorio, ma soprattutto di asili e scuole, compresa la media superiore di Buie “Leonardo da Vinci”. Il sodalizio è nato su espressa iniziativa di alcuni concittadini, tra i quali Angelo Delben, Narciso Favilla, Aldo Galuzzi e tanti altri. La fondazione dell’allora Circolo Italiano di Cultura, come ricordato nei discorsi di circostanza, avvenne in momenti storici difficili e complessi, in tempi in cui non era facile dichiararsi italiani.

 

Oltre alla critica situazione venutasi a creare con il Trattato di pace di Parigi, del febbraio di quello stesso anno, che decretava la costituzione del Territorio Libero di Trieste, con le zone A e B, all’indomani della Seconda guerra mondiale erano incerte le condizioni economiche dell’Istria. Ci furono i contrasti tra Tito e Stalin e il periodo del Cominform, e una particolare diffidenza da parte delle autorità jugoslave nei confronti degli italiani rimasti. Tutti questi fattori influirono e ostacolarono un normale sviluppo dell’allora CIC, che dovette fare sforzi enormi per sopravvivere. Tanto che per un certo periodo operò in un’aula della scuola elementare italiana di Umago, in via Garibaldi. Tempi in cui, nonostante le difficoltà, la CI riuscì a fondare anche un complesso giovanile di musica leggera, i “Diamanti azzurri”, che fu per generazioni di connazionali un vero vanto del Circolo.

 

Nel 1962, in seno al sodalizio, nacque il teatro di Giuseppe Rota; poi venne istituito il coro, e quindi tutte le altre sezioni, comprese quelle di danza moderna “Blue Dream” e “Sweet Dream”. Alla guida della “Fulvio Tomizza” si susseguirono, nel corso degli anni, il già menzionato Luigi Grassi, Giuseppe Rota, Romano Cimador, Sergio Bernich, Dario Forza, Pino Degrassi, Roberta Lakošeljac.

 

In occasione del 65.esimo, della CI sono stati premiati tre attivisti del coro, che ha compiuto 35 anni: Nerina Crnić, Alida Degrassi e Armando Degrassi. Per l’intensa attività in seno alla Filodrammatica sono stati premiati Giuseppe Rota, da tantissimi anni autore , regista e anche interprete di tante commedie; il presidente CI, Pino Degrassi (ad assegnargli il riconoscimento è stato il suo vice Arden Sirotić), gli instancabili attivisti Bruno Bose e Maria Giraldi.

 

Con il concorso del Consiglio municipale della minoranza, la CI ha voluto premiare inoltre il Consolato italiano a Fiume, l’Università popolare di Trieste e la Città di Umago. Significative le parole pronunciate da Silvio Delbello, presidente dell’UPT e della “Famiglia umaghese” di Trieste: ”La terra umaghese è certamente di chi la percorre ogni giorno, ma anche di chi la ricorda e la sogna”. Questo per dire che la storia non solo ha cambiato soltanto la città, ma anche la sorte di intere generazioni. Dal teatro di Umago la festa si è poi spostata all’albergo “Coral Sol Melià” di Catoro, per una serata “a cinque stelle” rallegrata dal complesso “Batana” di Rovigno, La bella serata ha raggiunto il culmine con il rito del taglio di un’immensa e squisita torta che simboleggiava il tricolore italiano, da parte di Furio Radin, Renato Cianfarani, Pino Degrassi, Mauro Jurman e Maurizio Tremul.

 

Franco Sodomaco

“la Voce del Popolo” 19 novembre 2012

 

 

 

 

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