07.09.2025 – Pubblichiamo volentieri un articolo di Astrid Castro, di Toronto (Canada), sull’attentato di Vergarolla. Lei ce lo ha inviato nel gruppo Facebook “ANVGD Udine”. Si riferisce ai suoi cari, come suo padre Bruno Castro, nato a Pola nel 1932, che assieme al cognato Mario Angelini furono presenti sulla riva di Vergarolla al terribile scoppio, che provocò oltre 100 morti e centinaia di feriti. Tutti italiani. Pola in quel tempo era pertinente alla Repubblica italiana, pur sotto il controllo delle truppe angloamericane. Dopo l’attentato, i cui responsabili non sono stati mai individuati con certezza da un’apposita indagine, la città si svuotò di italiani. Partirono oltre 28.500 persone su 32 mila abitanti. È la cifra più consistente dell’esodo giuliano dalmata (a cura di Elio Varutti).
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“79 anni fa, la mattina del 18 agosto 1946, mio papà Bruno e suo cognato, mio zio Mario Angelini, pompiere e allenatore, parteciparono alle qualificazioni di nuoto. Scattarono una foto di gruppo e mio padre rimase a pranzare e ad aspettare le gare del pomeriggio. Era seduto sotto la tettoia a giocare a “manete” (*) con i suoi amici quando, poco dopo le 14:00, sentirono uno sparo e, guardando oltre gli alberi, videro delle persone correre verso un bambino che piangeva forte e un’esplosione. La terra tremò sotto di loro. La loro vista era ostruita dalla polvere che si sollevava. Iniziarono a correre su per la collina. Gli amici di mio padre corsero a casa. La curiosità di mio padre lo spinse a tornare verso l’esplosione. Vide persone ferite a terra, che venivano aiutate, pezzi di persone e morti. Il mare era rosso. Lì davanti a lui c’era suo cognato Mario che trasportava a braccia tese il corpo di una ragazza. Mario, vedendolo correre, disse a mio padre di tornare a casa immediatamente. Lo fece.

Non parlarono mai più di quel momento. Mio padre disse di aver visto le foto di Vergarola e delle foibe subito dopo l’esplosione, in una mostra. Disse che mio zio aveva un’enorme pila di foto di quel giorno e delle foibe. Le bruciò tutte quando la Jugoslavia salì al potere.
La moglie di mio zio Mario, Zia Lucilla (sorella di mio padre), per lo shock di aver letto il giorno dopo sul giornale che la sua damigella d’onore era morta nell’esplosione, entrò in travaglio prematuro. Mio cugino Gianni nacque a 7 mesi. Mio zio Mario partì per l’Italia quasi subito. Andò lì a cercare lavoro come pompiere. Purtroppo gli italiani lo chiamarono fascista e non gli diedero lavoro. Tornò a Pola, dove non riuscì a trovare lavoro come pompiere perché era italiano. Mio nonno gli trovò un lavoro per la compagnia idrica. A volte, il modo in cui ci vengono distribuite le carte ha un impatto profondo su come andiamo avanti.
Ho chiesto a mio padre come fosse arrivato a partecipare a questa gara di nuoto. Mi ha raccontato che da bambino, per tenere lui e gli altri lontani dai guai, avevano formato una squadra di nuoto. Si allenavano e questo evento nacque come primo momento di socializzazione dopo la guerra. La gente veniva da ogni dove per assistere alle gare.
Una tragedia che si è conclusa con uno scambio culturale tra persone. Ma grazie al cielo oggi ci sono ancora persone vive come mio padre che ne sono testimoni. È importante non dimenticare coloro che hanno sofferto, sono morti, [quelli che] se ne sono andati e sono rimasti. Questa tragedia ha colpito tutti. Mio papà non ha mai parlato tanto del suo passato. Importante è domandare ai vostri cari nonni, genitori se loro si ricordano questo giorno e dove errano. Dobbiamo fare di tutto per aiutare la nostra gente e il mondo ad conoscere e non dimenticare questo brutto atto terroristico”.
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(*) Gioco con “sinque pice piere tonde, o co’ sinque ossi de persigo” (cinque piccole pietre tonde, o con cinque noccioli di pesca” (Botterini 2014).

È stata la giornalista del quotidiano Avvenire ed esule istriana di seconda generazione Lucia Bellaspiga a far emergere per prima l’identità dell’uomo che in quella terribile fotografia trasporta il corpo della bambina:
Lucia Bellaspiga, Anniversario. Ha un nome l’uomo della foto della strage di Vergarolla, Avvenire – 18.08.2021.
Fonte: ANVGD Udine – 18.08.2025
