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Un incontro per conoscere la tragedia degli istriani (Il Gazzettino 22 ott)

(g.gim.) Da Desenzano del Garda a Pola, passando per Marghera. Ventidue ragazzi che frequentano una quinta dell'istituto tecnico commerciale Luigi Bazoli, lunedì hanno fatto tappa nella scuola elementare Filippo Grimani in una sosta propedeutica al viaggio studio di questi giorni in Istria per approfondire la tragedia dell'esodo giuliano dalmata avvenuto dal 1943 al 54. Una tappa necessaria a conoscere di persona, dopo averne letto il libro, Regina Cimmino, esule nel '47, margherina d'adozione ed autrice di Quella terra è la mia terra. Istria: memorie di un esodo. I ragazzi di Desenzano, accompagnati, tra gli altri, dalla professoressa Mariangela Rabbi, per oltre due ore hanno ascoltato, con interesse, le storie di Regina, rivolgendole molte domande. Oltre alla tragedia delle foibe, c'è il dramma di 350mila esuli costretti a lasciare la propria terra che, improvvisamente, non era più Italia: ci era stato imposto, infatti, il decreto di opzione. O racconta Regina – si restava, accettando il regime di Tito oppure si doveva partire, portando via l'indispensabile e abbandonando lì i propri beni e le proprie proprietà. E il dramma nel dramma: quello di giungere in Italia tra gli sputi e le urla (Siete venuti a mangiare il nostro pane) della folla e le accuse di essere fascisti perché non si era rimasti in Istria a vivere secondo l'ideologia socialista. Avevamo lasciato quella terra meravigliosa perché volevamo restare italiani. Invece, mi sono sentita, come tanti esuli- ricorda con amarezza – rifiutata, estranea. Se ci avessero mandato tutti insieme, magari in Sardegna, così come si diceva all'inizio, non avremmo visto la nostra comunità disperdersi e, chissà, con la caparbietà da istriani, avremmo sconfitto il banditismo. Invece, si temeva che, a lasciarci tutti insieme, avremmo potuto organizzare proteste. Per Regina, l'arrivo in Italia ha coinciso, dopo una permanenza di sei anni al Forte di S. Nicolò, con i fumi di Marghera. In una città dove si sta lavorando, grazie a Daniela Rigon, responsabile del Progetto Archivio della Grimani al recupero della memoria, a partire dalla storia locale e anche attraverso i registri degli insegnanti di origine istriana, dell'elementare Visintini.

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