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Un ex sindaco scrittore e poeta (Voce del Popolo 07 mar)

Giovedì scorso al “Garibaldi Cafè” di via Ai Quattro Canti di San Francesco, a Genova, "Genovainedita" ha dedicato una serata alla poesia di Adriano Sansa, ex sindaco del capoluogo ligure, esule nato a Pola nel 1940. Lasciata la città dell’Arena, nell’immediato dopoguerra come tante altre famiglie di esuli Sansa insieme ai suoi genitori cambiò dimora per decine di volte prima di trovare finalmente una residenza stabile in Liguria. Dopo aver studiato a Savona e a Genova, laureandosi in giurisprudenza ed esser diventato giudice, Sansa è stato sindaco di quest’ultima città dal 1993 al 1997 e oggi è presidente del Tribunale per i minori (è magistrato da 41 anni). Ha tuttavia coltivato da sempre una grande passione per la poesia. È sposato ed ha due figli.

Le prime poesie Adriano Sansa le pubblicò su “Persona” e nel volumetto Vigilia, uscito a Savona a cura della Sabatelli editore nel 1967. Dieci anni dopio uscì la raccolta intitolata “La casa a Sant’Ilario” (dedicata al luogo in cui vive ed abita, nella campagna ligure appena a ridosso di Genova). Del 1982 è invece “Notti di guardia” e del 1993 la raccolta “Quindi Dimore”.

Oltre ad aver dedicato molte delle sue poesie alle sue origini ed ai suoi genitori (Ancora per voi, che pubblichiamo a lato), Sansa poeta ne ha scritte diverse anche spronato dalla tragica fine dei giudici Falcone e Borsellino (il poemetto Onore di pianti) uscito a Genova per l’editore Marietti del 1993, nel quale, come avrà a dire lui stesso, ha voluto testimoniare la persistenza della memoria e il dovere della speranza, anche quando sembrano prevalere l'odio, l’ingiustizia, l'illegalità e quanto di più oscuro alberga nel cuore umano. Nel 1995 Scheiwiller pubblicò inoltre la raccolta antologica intitolata “Affetti e indignazione”.

Adriano Sansa ha pubblicato negli ultimi 20 anni liriche anche sui quaderni liguri di cultura “Resine”, dei quali è stato anche condirettore e su diverse altre riviste. Ha collaborato anche con giornali genovesi e nazionali. Due suoi volumi (“La Repubblica diseguale” e “La memoria e la speranza”) raccolgono un'ampia scelta degli articoli comparsi su Famiglia Cristiana tra il 1974 e il 1990. Ha pubblicato inoltre anche scritti su temi di diritto minorile e ambientale

L'ultima sua raccolta è uscita nel genovese “Melangolo”, con il titolo “Il dono dell'inquietudine”.

Durante l'incontro del 5 marzo voluto da “Genovainedita”, ripercorrendo un lungo cammino Sansa ha voluto ricordare i poeti che ha conosciuto (Barile, Sbarbaro, Caproni, Guerrini, Roncalli, Luzi, Marin) ed oltre alle proprie ha letto anche alcune loro poesie. Sansa resta un autore convinto che la poesia e la letteratura siano tra le espressioni della civiltà meglio capaci di far riflettere l’uomo sulle sue condizioni.

Di lui e delle sue poesie Piera Mattei avrà a dire in una recensione: “Dove si vive, per Adriano Sansa, sono scogli affacciati sul mare, nell'abbraccio di un golfo. Sono strade ripide e strette che salgono verso la collina. Le città, certamente, sono abitate da genti amichevoli o pettegole, hanno odori, sono decorate da brillanti vetrine. La vita tuttavia, essenzialmente, si svolge a contatto degli elementi naturali, appassionatamente conosciuti e amati: terra, mare, vento. Nel vento onnipresente in queste liriche, vento ligure o istriano, risuona un grido infinito”.

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