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UE: 5 arbitri per confine Slovenia/Croazia (Il Piccolo 16 apr)

LUBIANA La settimana prossima, forse già lunedì, il commissario europeo per l'allargamento Olli Rehn incontrerà ancora una volta – la terza – i ministri degli esteri di Slovenia e Croazia, Samuel Zbogar e Gordan Jandrokovic, per cercare di sbloccare in qualche modo il contenzioso sloveno – croato sul confine e favorire così anche lo sblocco sloveno dei negoziati di adesione della Croazia all'Unione europea.

L'incontro sarà l'occasione per fare il punto sulle posizioni dei due Paesi in merito all'ultima proposta del commissario Rehn su come uscire dall'impasse. Ufficialmente le diplomazie sono ancora al lavoro, ma di fatto sono già trapelati diversi dettagli sia sulla proposta di Rehn sia sulle osservazioni di Lubiana e Zagabria. Rehn, secondo indiscrezioni, propone un arbitrato ad hoc. A decidere sarebbe un gruppo di cinque arbitri: uno nominato dalla Commissione europea, che si sceglierebbe due aiutanti, e uno ciascuno lo nominerebbero le due parti coinvolte. Il lavoro dovrebbe concludersi entro la fine del 2009, e la Slovenia dovrebbe impegnarsi a togliere il blocco dei negoziati della Croazia al momento della firma dell'Accordo sull'arbitrato. La Slovenia, per il momento – sempre secondo voci ufficiose – chiede due correzioni, ossia il rispetto del principio «ex aequo et bono», dunque che si tenga conto anche di cirostanze storiche e di interessi particolari e non solo del diritto internazionale e – secondo punto – che lo sblocco dei negoziati tra Croazia e Unione europea non scatti al momento della firma dell'Accordo sull'arbitrato, ma al momento della ratifica dell'Accordo da parte dei due Parlamenti.

Da Zagabria non si sono ancora sbilanciati, ma continuano a ripetere – lo ha fatto ieri anche il ministro degli esteri Jandrokovic – che la questione confinaria va separata assolutamente dal negoziato di adesione della Croazia all'Unione europea. Zagabria è inoltre sempre determinata a voler sottoporre il contenzioso alla giustizia internazionale e non a un arbitrato o a una mediazione. Il contenzioso, ricordiamo, riguarda parte del confine terrestre, tra cui un centinaio di ettari sulla sponda sinistra del Dragogna, in Istria, e il confine marittimo, compresa la richiesta slovena di uno sbocco sovrano alle acque internazionali. Il problema sulla terraferma è dovuto al fatto che al momento dell'indipendenza dei due Paesi, nel 1991, i confini amministrativi e quelli catastali non coincidevano, mentre sul mare i confini non erano mai nemmeno definiti tra le ex repubbliche jugoslave.

Per quanto riguarda il mare, un ex deputato del Partito social-liberale croato nonché esperto di diritto internazionale, Ivo Skrabalo, ha rilanciato nei giorni scorsi l'idea di un condominio sloveno – croato su tutte le acque contese. La Slovenia otterrebbe così lo sbocco sovrano alle acque internazionali e la Croazia manterrebbe il confine con l'Italia.

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