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Turisti italiani in calo lungo le coste istriane (Il Piccolo 12 ago)

FIUME L’onda lunga della crisi economica italiana si abbatte anche sulle coste orientali dell’Adriatico, provocando una minore presenza di turisti provenienti dal Belpaese. Da svariati giorni, infatti, in Istria, Dalmazia e Quarnero si sente dire che circolano meno italiani. Un fenomeno che si verifica, per giunta, proprio nel mese di agosto che, per decenni, aveva visto verificarsi un’autentica invasione in Croazia degli ospiti provenienti dalla vicina penisola.

In attesa di conoscere i risultati statistici agostani e il confronto su base annua, arrivano i dati dell’Assoturistica nazionale riguardanti i primi sette mesi dell’anno. Il quadro non è dei più confortanti: il periodo gennaio-luglio ha portato infatti in Croazia solo 479mila italiani, il 6 per cento in meno rispetto allo stesso spazio temporale dell’anno scorso. Il dato relativo a luglio, inoltre, brucia ancora di più agli operatori turistici croati, con un -18% di villeggianti giunti dall’Italia.

In quanto alle singole regioni, bisogna subito citare il caso dell’Istria dove, da gennaio a luglio, sono arrivati 235mila villeggianti italiani, per una flessione del 4%. Un risultato men che mediocre e che riguarda una penisola dove gli italiani sono considerati gli ospiti migliori. Tonfo anche nel Quarnero e nelle isole, dove sono stati registrati 110mila arrivi. Nei confronti dei primi sette mesi 2007, infine, si tratta di un decremento di 10 punti percentuali. Inutile aggiungere che i ristoratori quarnerini (e gli operatori turistici) sono preoccupatissimi per questa situazione che li priva della presenza di un ospite sempre molto gradito.

Ancora più accentuato, addirittura, il calo in Dalmazia con la sola eccezione della contea di Spalato, dove le 30mila presenze italiane hanno fatto registrare il 2% in meno. Pessimo il risultato nella regione di Zara, dove i vacanzieri italiani sono tradizionalmente visti come una manna dal cielo. Da gennaio a luglio, nella città del maraschino e dintorni, sono stati infatti rilevati 34mila italiani, per un calo su base annua che risulta addirittura del 14 per cento. Ma non è andata bene nemmeno nelle contee di Sebenico (21mila arrivi, -9%) e di Ragusa (17mila, -8%), aree che per tradizione non solleticano l’interesse dei turisti connazionali.

Il rapporto dell’Assoturistica croata non ha evidenziato soltanto il flop dell’ospite italiano, ma anche dei villeggianti provenienti da altri Paesi importanti per il comparto ricettivo nazionale. È, questo, soprattutto il caso degli austriaci (452mila presenze), diradatisi o quasi per il -4 per cento. La stessa percentuale riguarda gli ungheresi (198mila), mentre i cechi (356mila) hanno denotato una flessione di 6 punti percentuali, uno in più dei francesi (232mila). Hanno tenuto in qualche modo gli sloveni, a quota 655mila. In pratica, è la stessa cifra dell’anno passato. Meno 1 per cento, invece, per i tedeschi, da sempre al primo posto nella graduatoria delle presenze d’oltreconfine. Nel periodo gennaio-luglio ne sono giunti dalla Germania 754mila.

Nella marea di dati negativi, anche qualche buona notizia. A scoprire, o a riscoprire, le coste croate sono stati gli olandesi (193mila, +15%), gli slovacchi (165mila, +7%) e anche i bosniaco-erzegovesi (140mila, +7%). Discretamente bene i croati (889mila), con un +3% annuo. Non hanno deluso le aspettative nemmeno i russi con 93mila arrivi, il doppio rispetto a due o tre anni fa. I dati confermano infine una crescente attenzione verso il litorale istro-quarnerino-dalmata da parte di svedesi (93mila), giapponesi (77mila) e spagnoli (68mila).

Andrea Marsanic

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