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Triestino e bisiaco tutelati per legge (Il Piccolo 19 ago)

TRIESTE «Le lingue già contano sui fondi statali. La Regione, perciò, non faccia differenze: al triestino devono andare gli stessi soldi del friulano». Piero Camber tira dritto sulla strada della valorizzazione dei dialetti di origine veneta parlati in Friuli Venezia Giulia. Dai lavori pre-vacanze è uscito un testo condiviso dai proponenti e il consigliere regionale del Pdl non prevede tempi troppi lunghi: «A metà ottobre andremo in aula». Le tre proposte di legge depositate in Consiglio – si sono attivati per i dialetti anche i leghisti, primo firmatario Razzini, e i Cittadini, Colussi in testa – hanno prodotto all’interno del comitato ristretto presieduto da Camber un unico documento e all’inizio di settembre inizierà l’iter in commissione. «Non sono esclusi emendamenti sulla base di quanto emerso nelle audizioni ma non ci saranno ritardi», assicura il consigliere triestino. Sulla scia di Bossi? «Più o meno – dice Camber -. Lui vuole l’insegnamento del dialetto a scuola, noi non arriviamo a tanto. Ma sosteniamo comunque la tutela delle parlate.

Anche a scuola». Usa il plurale, Camber. Perché non si parla solo del triestino. La proposta di legge unificata (13 articoli) si preoccupa anche del bisiaco, del gradese, del maranese, del muggesano, dell’istriano, del dalmata e del veneto-goriziano-pordenonese-udinese, «i dialetti non tutelati, che vogliamo vedere valorizzati come beni culturali e strumenti di dialogo». Sono cinque i settori individuati per gli interventi di valorizzazione: studi e ricerche, attività culturali e spettacolo, comunicazione, scuola, toponomastica e cartellonistica. Si pensa a collaborazioni con le Università, festival musicali, trasmissioni radio-tv, insegne stradali: obiettivo la difesa del patrimonio dialettale della regione. E a scuola? «Si insegneranno le parole che servono a trasmettere la storia di un luogo», spiega Camber. E i friulanisti che diranno? «Quando si insegna la cultura di un territorio la tutela deve essere uguale per tutti. Friulano, sloveno e tedesco sono lingue che beneficiano legittimamente dei fondi nazionali.

Ma la Regione deve trattare tutti alla stessa maniera: friulani e triestini devono avere gli stessi diritti anche nelle parlate storiche». Per lo start up della legge sui dialetti, fa sapere Camber, «dovranno essere messi a bilancio già per quest'anno almeno 300mila euro». (m.b.)

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