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Trieste: rimpatriata dei militari inglesi (Il Piccolo 17 giu)

Sono ritornati a Trieste in 38, più vispi e arzilli che mai. Stiamo parlando di un gruppo di militari inglesi di stanza a Trieste ai tempi del Governo Militare Alleato, dal 1945 al 1954. La nostalgia per la nostra città era tale che nel 2003 si sono riuniti nell'associazione Bet (British Element Triest) Forces. «Teoricamente – spiega uno dei pilastri del gruppo, Larry Soutghate – dovevamo ritornare a Trieste ogni due anni, ma in realtà questo è il secondo anno consecutivo. Finché si ha la forza è giusto realizzare tutti i sogni, e quello di tornare a Trieste per noi è sempre un piccolo grande sogno. Qui la maggior parte dei militari del Gma ha trascorso gli anni più significativi della propria vita, altri hanno trovato l'amore… come me».

Larry non ha perso l'uso né dell'italiano, né del triestino. «Devo dire grazie a mia moglie – spiega – che da San Sabba mi ha seguito fino in Inghilterra, solo dopo avermi sposato nella chiesa di Servola però… erano altri tempi…». Il più maturo del gruppo giunto a Trieste non è Larry, che di anni ne ha solo 84, ma John Miller, oggi 87enne. John era di stanza a Trieste nella caserma di Montebello nel reggimento degli ingegneri meccanici. Di Trieste serba ottimi ricordi delle donne. Quasi coetaneo anche Thomas Norton che è giunto a Trieste dopo essere sbarcato a Taranto ed aver attraversato tutta l'Italia.

Diversa la storia di uno dei più giovani del gruppo, il 78enne Roy Boyles, che parla soprattutto della sua esperienza in seno all'Intelligence Corp, presso il Triest Security Office di via Coroneo. Il più giovane è Terry Crimp, che all'epoca non aveva nemmeno 18 anni. In pochi giorni il gruppo ha ripercorso i punti più significativi della loro storia triestina. Ieri sul Canale di Ponterosso, dove hanno voluto rendere omaggio alla statua di James Joyce in occasione del Bloomsday. Ma non sono mancate le cene nei ristoranti tipici all'insegna della cucina triestina. «E' stata un'occasione – aggiunge Larry – per bere un buon bicchiere del vostro vino e soprattutto per riassaporare lo stinco di maiale, che è uno dei piatti che porto sempre nel cuore».(s.s.)

 

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