Iniziare un “Laboratorio della memoria” con una dimenticanza non è il massimo.
Il laboratorio in questione è stato inaugurato ieri dalla presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat al Magazzino delle Idee di Corso Cavour. E l’altro ieri è arrivata una nota dalla Federazione della Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati che denuncia la loro rimozione.
«Sono rimasto stupito – denuncia Renzo Codarin – che il progetto sulla casa della memoria (in realtà Laboratorio, ndr) non comprenda una parte riguardante gli istriani che pure costituiscono un capitolo altamente significativo per capire la storia e la memoria di queste terre, prima, durante, nel corso e dopo l’esodo». Questa la premessa di una lettera alla presidente della Provincia.
Subito dopo l’affondo storico di Codarin: «Lo scontro fu tra nazionalismi e fra tre totalitarismi, il fascismo, l’occupazione tedesca e il comunismo, con drammi che hanno coinvolto terre, famiglie, comunità. Ignorare, perciò il capitolo riguardante “gli istriani” (virgolette di Codarin, ndr) altera il senso di una storia e le caratteristiche della città e dell’intera Venezia Giulia».
Rimozione “istriana” a parte, oggi al Magazzino delle Idee avrà luogo il convegno internazionale organizzato dalla Provincia di Trieste e dall’Università degli Studi di Trieste in collaborazione con altre istituzioni cittadine dal titolo inequivocabile di “Storia e memoria. Ricordarsi e ricordare il passato”. Si tratta dell’atto fondativo del “Laboratorio della memoria”. Peccato davvero essersi scordati per strada degli istriani per i quali è stata pure istituita una Giornata del Ricordo. Un peccato imperdonabile per un laboratorio “amarcord”.
(fonte “Il Piccolo” 9 maggio 2013)