05.06.2025 – Il 5 giugno 1920 la Bandiera di Guerra dell’Arma dei Carabinieri ricevette la Medaglia d’Oro al Valor Militare per l’impegno profuso nel corso di quella che i contemporanei chiamarono la Grande Guerra. Da allora quella ricorrenza è diventata la giornata dedicata a celebrare i Carabinieri, arma fondata nel 1814 a Torino: tradizionalmente legata a Casa Savoia, è ben presto diventata un simbolo della presenza dello Stato italiano ed un presidio per la sicurezza dei suoi cittadini.
La sua storia è intimamente connessa con quella del confine orientale, a partire proprio dalla Prima Guerra Mondiale, allorché i suoi reparti svolsero non solo compiti di polizia nelle terre che venivano lentamente e a costo di immani sacrifici strappate agli austro-ungarici. Carabinieri combatterono anche in prima fila ed è rimasto impresso in particolare il sacrificio dei militi che nel luglio 1915 assaltarono il Podgora, quota che domina l’accesso a Gorizia e che era ben presidiata da truppe e mitragliatrici asburgiche.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, invece, il presidio della Venezia Giulia richiese un supplemento di risorse per fronteggiare la crescente attività partigiana susseguente all’invasione della Jugoslavia nell’aprile 1941 ed all’annessione della provincia di Lubiana al Regno d’Italia. Dopo la catastrofe dell’8 settembre 1943, i Carabinieri divennero un bersaglio per le azioni dei partigiani comunisti jugoslavi, intenzionati ad annientare quel che era un simbolo della presenza dello Stato italiano in terre che avrebbero dovuto essere annesse alla nascente Jugoslavia di Tito. Il Capitano Filippo Casini della guarnigione di Pola organizzò tuttavia i suoi Carabinieri e si sfilò dall’oppressiva presenza delle truppe tedesche che gestivano il territorio nell’ambito della Zona di Operazioni Litorale Adriatico. Il giovane ufficiale ligure cercò di coordinare la sua opera di resistenza con le formazioni partigiane jugoslave, ma venne invece sopraffatto dai “titini”, i quali non solo non volevano che nell’entroterra istriano operassero forze della resistenza che avrebbero chiesto il rispetto dell’italianità, ma non gli perdonarono nemmeno l’azione svolta all’indomani dell’8 settembre nella repressione delle manifestazioni di matrice comunista che si erano svolte nella città dell’arena. Senza poi dimenticare le proditorie azioni che portarono al massacro dei distaccamenti dei Carabinieri di Malga Bala nelle Alpi Giulie e di Pedena in Istria o quanti furono deportati nella primavera 1945 senza che se ne sapesse più nulla. Con grande affetto i triestini avrebbero poi accolto i Carabinieri giunti nel capoluogo giuliano il 26 ottobre 1954, ponendo fine al Governo Militare Alleato e sancendo il ritorno dell’amministrazione civile italiana.
Anche in nome di queste pagine di storia patria, il Comune di Trieste ha conferito la cittadinanza onoraria ai Carabinieri con la seguente motivazione, letta dal Sindaco Roberto Dipiazza nel corso della cerimonia svoltasi ieri in municipio:
In segno di profonda gratitudine e apprezzamento delle Istituzioni e di tutta la comunità cittadina per l’alto senso del dovere, la fedeltà e la costante vicinanza dimostrati nei confronti della cittadinanza, con una presenza solida e rassicurante sul territorio. Testimoni di una storia condivisa e di un legame speciale, i Carabinieri furono tra i primi a entrare a Trieste liberata il 26 ottobre 1954, accolti dall’entusiasmo e dall’affetto di un popolo finalmente riunito alla madrepatria. Un legame indissolubile, che continua a vivere nel quotidiano servizio reso con dedizione, professionalità e umanità alla nostra comunità.
«Per noi è un onore ricevere, qui a Trieste, la cittadinanza onoraria del Comune. Inutile dire che per me, per noi Trieste è una città dai due cuori e che è italiana più di tutte le altre. Da parte dei suoi Carabinieri la solenne promessa di fare di più e meglio per questa meravigliosa gente» ha scritto sul Libro d’Oro del Comune di Trieste il Comandante Interregionale Carabinieri “Vittorio Veneto”, Generale di Corpo d’Armata, Maurizio Stefanizzi.
Una calorosa cornice di pubblico ha poi assistito alle cerimonie ufficiali che hanno quest’oggi celebrato in Piazza Unità d’Italia i 211 anni dell’Arma “nei secoli fedele”. [LS]
Fonte: Comune di Trieste – 04/05/2025