ANVGD_cover-post-no-img

Tradizioni casalinghe nel cuore dell’Istria (Il Piccolo 20 ago)

di FURIO BALDASSI

Piacerebbe a Emir Kusturica questa ”nowhere land”, una sorta di frazione fantasma dove a ogni angolo corrisponde una sensazione visiva diversa. Siamo a Verteneglio, nel cuore dell’Istria, ma potremmo essere ovunque. Il centro del paese è a un paio di centinaia di metri ma sembra lontano anni luce. E questo perchè dopo la primissima rampa d’accesso che avete affrontato al termine della discesa da Buie per entrare a Brtonigla (ora si chiama anche così) avete girato subito a sinistra e imboccato una strada bianca. Trecento metri, non di più, ed è come essere entrati dentro ”Stargate”. Improvvisamente si materializza un paese fantasma, con le case tutte vuote, un distributore di benzina sfasciato e una vecchia Zastava 600 di cui è rimasta solo la carcassa, muta testimone di quando c’era lui, inteso come Josip Broz Tito. Un tuffo nella ”nostalgija”? Neanche il tempo di pensarlo che sul lato destro si materializza una villa hollywoodiana, tutta legno e vetri, che si affaccia su un paesaggio che sembra una sintesi tra il meglio delle colline umbre e toscane. Siete arrivati da Morgan, e la pirateria non c’entra niente. È semplicemente il vero cognome dei proprietari che gestiscono questo agriturismo (ma il termine è decisamente riduttivo) a Brazzania.

Sull’Istria, le sue tradizioni casalinghe superstiti e l’insuperabile abilità dei triestini di farsi turlupinare, soprattutto sulla costa, pagando il pesce il doppio di quanto lo pagherebbero qui, esiste tutta una letteratura. Vero è anche, però, che c’è l’altra faccia della medaglia, ed è fatta di strutture agili, trattorie familiari, generalmente, che riescono ancora a offrire i veri prodotti del territorio senza spennarvi nè applicare il motto tanto caro ai croati sul tema «germani e italiani pol pagar». L’agriturismo dei Morgan è senz’altro uno di questi e negli anni, complice anche la posizione un po’ defilata, è diventato geloso segreto dei gastronauti perchè è uno dei pochi quasi fuori dal giro dei veneti (micidiali: arrivano in un posto dove si pagano 20-30 euro, lasciano mance pazzesche e la settimana dopo in quello stesso posto se ne pagano 40…) e garantisce ormai da tanti anni un rapporto prezzo-qualità di tutto rispetto.

Il posto è molto gradevole, sia all’interno sia, soprattutto, fuori, dove fa una certa impressione una batteria di griglie a legna che costituisce il vero punto di forza del locale. Sulle sue reti di ferro passano filetti e costate di tutti i generi, con una nota di merito particolare per il cinghiale, gustoso e tenero come poche volte ci è capitato. Non mancano ovviamente tutti i piatti della tradizione istriana, dai fusi veramente fatti in casa all’ombolo e a quella polenta nera preparata personalmente da Josko Morgan di cui si vocifera da queste parti, pare fosse particolarmenrte ghiotto lo scrittore Fulvio Tomizza. Un piatto della tradizione, quest’ultimo, che assieme all’ombolo ”giovane” (di una o due settimane) costituisce nel mese di febbraio il clou del cosiddetto rito contadino dell’inverno, che ha proprio in Brazzania e nei Morgan il centro motore.

Detto del cibo, va annotato che anche sotto il profilo del vino l’Istria ha fatto passi da gigante. Dimenticate quella Malvasia un po’ torbida ”della casa”, potente in bocca e nefasta nella testa, per la sua overdose di solfiti: oggi i vini locali sono etichettati, tutti, le Malvasie sono almeno 20, la scelta di qualità. Aggiungiamoci Refosco e altri rossi, e ci si può divertire. Per giunta con un prezzo che difficilmente supera i 30-35 euro con un pranzo normale, e sconfina nei 40 solo a fronte di mangiate (e bevute) pantagrueliche.

 

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.