Testimonianze della Seconda guerra mondiale al confine orientale raccolte da Guido Rumici

Giovedì 16 febbraio alle ore 18:00, in diretta sulla pagina Facebook ANVGD di Milano. Per far conoscere e tramandare la storia della Venezia Giulia, si terrà una nuova conferenza durante la quale GUIDO RUMICI, docente e storico, autore di libri, pubblicazioni, saggi ed articoli sulla storia della Venezia Giulia, della Dalmazia e del confine orientale d’Italia presenterà il SECONDO volume della sua tetralogia CHIUDERE IL CERCHIO. MEMORIE GIULIANO-DALMATE, scritta insieme ad Olinto Mileta Mattiuz. 
Chiudere il cerchio è il titolo di un’opera che comprende quattro volumi, ognuno dei quali ha un sottotitolo che ne specifica meglio il contenuto ed abbraccia periodi diversi della nostra storia; dall’inizio del Novecento al Secondo conflitto mondiale per il primo volume, il Secondo conflitto mondiale per il secondo, l’immediato dopoguerra per il terzo e Il lungo dopoguerra per il quarto.
Anziché “Chiudere il cerchio” il titolo della collana sarebbe anche potuto essere qualcosa come Storia del XX secolo sul Confine Orientale d’Italia, perché tale è, ma narrata attraverso le testimonianze delle persone che in quei luoghi abitavano e che l’hanno vissuta dall’inizio del Novecento al secondo conflitto mondiale e al suo dopoguerra.
Il contenuto del secondo volume riguarda i vissuti della gente durante il secondo conflitto mondiale, dalla sua proclamazione a Fiume all’invasione della Jugoslavia [nella foto di apertura, tratta dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, l’entrata delle truppe italiane nel Regno di Jugoslavia dal ponte sull’Eneo a Fiume], alla vita di una guardia della frontiera orientale d’Italia soggetta agli assalti dei partigiani; narra dell’oscuramento, dei bombardamenti, delle tessere e delle file per gli acquisti; di come, dopo come un conflitto a cui il paese non era preparato e che portò all’inevitabile sconfitta, la cui presa di coscienza, alla proclamazione dell’armistizio dell’8 settembre 1943, è evidenziata dalla testimonianza di due persone completamente diverse, un militare e una ragazza di Albona, che descrivono, da due punti di vista diversi, la stessa realtà.
Quella dei superiori militari che non ricevettero più ordini e alcuni restarono per qualche tempo al loro posto ma poi anch’essi, recuperati abiti civili, se ne andarono e le truppe furono allo sbando e alla disperata fuga verso casa mentre i magazzini militari venivano svaligiati delle armi dai partigiani e dei viveri e arredi di ogni genere dai civili, proprio come nel film “Tutti a casa “ di Alberto Sordi.
E poi giunsero i tedeschi, che posero i giovani del tempo di fronte alla scelta di unirsi a loro in armi o ai lavori civili o essere tradotti prigionieri in Germania o diventare partigiani; e infine, e in alcune parti del territorio considerato contemporaneamente, arrivò l’occupazione jugoslava, le persecuzioni, le foibe, l’esodo… 
La videoconferenza potrà essere successivamente vista sul canale YouTube ANVGD Comitato di Milano.
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