L’attuale vertice dell’Unione degli Istriani tradisce tutti gli Esuli e persegue soltanto la rissa ideologica.
Comunicato stampa
Come suo consueto costume, l’Unione degli Istriani di Trieste interviene pesantemente sulle iniziative assunte o concordate dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, in questo caso sulla inaugurazione, a Bologna, il prossimo 10 febbraio, della lapide in ricordo del transito di convogli di esuli dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia, in fuga dalla pulizia etnica perpetrata a danno della popolazione italiana autoctona dalla Jugoslavia di Tito.
Dopo aver diffuso della lapide un testo inattendibile, l’Unione degli Istriani si arroga ancora una volta il diritto di infangare gratuitamente il lavoro svolto da questa Associazione in decenni di dedizione concreta ai problemi degli esuli. I toni e lo stile dei messaggi diffusi dal sodalizio triestino lo qualificano ampiamente.
Come suo consueto costume, l’Unione degli Istriani di Trieste interviene pesantemente sulle iniziative assunte o concordate dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, in questo caso sulla inaugurazione, a Bologna, il prossimo 10 febbraio, della lapide in ricordo del transito di convogli di esuli dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia, in fuga dalla pulizia etnica perpetrata a danno della popolazione italiana autoctona dalla Jugoslavia di Tito.
Dopo aver diffuso della lapide un testo inattendibile, l’Unione degli Istriani si arroga ancora una volta il diritto di infangare gratuitamente il lavoro svolto da questa Associazione in decenni di dedizione concreta ai problemi degli esuli. I toni e lo stile dei messaggi diffusi dal sodalizio triestino lo qualificano ampiamente.
L’Anvgd è consapevole di aver raggiunto, in sedi storicamente difficili, e dopo anni di ostinato confronto, risultati mai prima conseguiti e solo qualche tempo addietro inimmaginabili. È evidente che l’Unione degli Istriani, chiusa ed isolata entro i confini ormai angusti della recriminazione a tutti i costi, che notoriamente è gratis e porta a nulla, può soltanto attardarsi a sterili manifestazioni di disturbo prive di costrutto e di prospettive.
On. Lucio Toth
Roma, 29 gennaio 2007