18.08.2025 – È una calda giornata di festa a Pola il 18 agosto 1946.
Il cuore dei polesani è pieno di dolore, paura e tristezza: se la loro città, con l’Istria già occupata dagli jugoslavi, con l’imminente, anzi incombente, Trattato di Pace, diverrà jugoslava, se ne andranno: lasceranno la quasi bimillenaria Arena, amatissima; non rivedranno più l’Arco dei Sergi; non andranno più a salutare i loro cari nei cimiteri dove sono sepolti, consapevoli che l’esilio sarà dispersione di persone e affetti. La vera tragedia.
La decisione è già stata presa; con trepidazione si attendono gli eventi.
Ma quel 18 agosto sarà una giornata di serenità e voluta spensieratezza.
In tantissimi, centinaia e centinaia, corrono alla spiaggia di Vergarolla per assistere alle gare nautiche indette dalla Pietas Julia – nome romano di Pola.
La Pietas Julia è un’antica associazione, irredentista, dove si respira ITALIA , da sempre.
E accorrono tantissimi, tantissimi bambini ragazzini e ragazzi dai due al sedici anni, con le loro mamme, nonne, zie…
Non mancano gli uomini anch’essi incuriositi dalle gare: finalmente un momento di svago… per tutti.
Finite le gare del mattino, in tanti si rifugiano nella pineta a pochi metri dal mare.
Fatto “el merendin” portato da casa, i grandi riposano all’ombra profumata, i “fioi” vanno a fare ancora il bagno o vanno a giocare vicino a quelle mine sottomarine di cui nessuno ha paura. Quegli ordigni disinnescati diventano fantastici cavalli da cavalcare, ostacoli da superare, là sopra c’è da divertirsi.
Sono le 14.10: quella pace della pineta, il divertimento dei bambini vengono lacerati da un boato improvviso, una fiammata spaventosa, uno scoppio devastante…
Quella pace è diventata terrore, urla e ricerca spasmodica di figli, nipoti, mamme, sorelle, zie, nonni…
Una colonna di fumo alta decine di metri si scorge da ogni parte.
I vetri di Pola sono in frantumi.
Il mare davanti al luogo dove erano stati depositati gli ordigni si tinge di rosso.
I gabbiani si tuffano nel mare, impazziti: quanto cibo improvviso!
Sono i brandelli di carne dei corpi dei bambini, delle loro mamme nonne e zie che li sorvegliavano nei giochi su quei maledetti ordigni.
Tutti corrono frenetici alla ricerca dei parenti che sanno che erano là vicino a quella roba là… saranno vivi? Li troveranno?
Ne troveranno 65 che avranno un nome e cognome, ricomposti com’è stato possibile dall’infaticabile dottor Geppino Micheletti, un eroe. Ha ricomposto 65 corpi, come ha potuto. Hanno un nome: vicino a quei resti si è trovato un pezzetto di stoffa di un vestito, una scarpa, un qualcosa che permettesse di dire: questa è… era Anita Quarantotto, questo il corpicino del piccolo Vivoda….

Se “qualcuno“ voleva seminare paura terrore orrore, vi è riuscito.
Anche chi ancora non aveva deciso di andarsene, di lasciare la casa, i parenti, gli amici che FORSE avrebbe rivisto – ma quando? Dopo quanti anni? – ha deciso: quello scoppio, quell’orrore, l’orazione dura e decisa di Monsignor Radossi, vescovo di Parenzo e Pola, li ha convinti.
Bisogna andarsene, via dal terrore, via da chi aveva riinnescato quelle mine, via via via…
E se ne sono andati e ce ne siamo andati via in tanti, tantissimi.
Non tutti ci siamo ritrovati, di tanti non sappiamo neppure dove siano finiti.
I miei amichetti dei miei sei anni a Orsera dove sono andati, che vita hanno vissuto, ci saranno ancora?
Ecco, questa è Vergarolla, dolore paura rimpianto.
Oggi a Pola si svolgerà la cerimonia per ricordare la strage con le sue vittime.
Per la prima volta saranno presenti, oltre alla Presidente dell’Associazione Italiani di Pola e dell’Istria – Libero Comune di Pola in Esilio Graziella Cazzaniga Palermo, la quale ha sempre partecipato, anche il presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani fiumani e dalmati Renzo Codarin ed altri importanti rappresentanti delle Associazioni appartenenti a FederEsuli.
Non solo per ricordare quelle vittime innocenti, la cui sola colpa era di essere e sentirsi italiani, ma per rendere finalmente loro quella giusta giustizia che si meritano, da parte di tutti, da parte degli esuli che saranno presenti a Pola, da parte dell’amministrazione comunale di Pola che per il terzo anno ha organizzato l’evento, da parte di tutti noi che desideriamo e vogliamo ricordare con onestà e sincerità quanto è accaduto.
In memoriam dei centodieci, conosciuti e non, caduti a Vergarolla.
Anna Maria Crasti
Esule da Orsera
Consigliere nazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Vicepresidente dell’AIPI-LCPE

