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Storia confine orientale: scontro Omero-Menia (Il Piccolo 16 set)

C’è chi, come Fabio Omero, si «schiera» con Fini, condividendone il richiamo al rispetto dei valori dell’antifascismo. E chi, a partire Piero Camber, appoggia invece la linea del dissenso espressa da Roberto Menia. Lo strappo interno ad Alleanza nazionale, innescato dall’intervento del leader di An alla Festa di Azione giovani, a Trieste ha inevitabilmente riaperto ferite profonde e riacceso lo scontro tra centrosinistra e centrodestra. Due schieramenti che, della storia del confine orientale, danno letture diametralmente opposte.

«Mi rendo conto che per l'onorevole Menia è difficile accogliere l'invito del presidente Fini e dover così rinunciare alle contrapposizioni politiche e ideologiche che sono state la sua fortuna elettorale – commenta il capogruppo del Pd in consiglio comunale -. Ma da questo a sostenere che i repubblichini difesero l'italianità di Trieste è un'impresa alquanto ardita. Certo, la storia è sempre anche interpretazione di parte, ma allora invito il sottosegretario a rileggere cosa trova nella rete civica del Comune di Trieste alla voce ”Risiera di San Sabba”. In quel testo, frutto del lavoro dell'assessorato alla Cultura che dal 2001 è in capo alla destra triestina e che per un breve periodo è stato guidato dallo stesso Menia, si legge che, a Trieste, ”le formazioni della milizia fascista passarono alle dipendenze delle SS e non si trasformarono, come nella neo-costituita Repubblica di salò, in Guardia Nazionale Repubblicana, bensì assunsero il nome di Milizia Difesa Territoriale”. Mi pare quindi – conclude Omero – che il Comune dica chiaramente qual è la parte sbagliata e quale quella giusta, facendo una distinzione che non combacia con quella del sottosegretario».

«Da certi maestri non intendo prendere lezioni – è la secca risposta di Roberto Menia -. Io e Fabio Omero siamo su piani completamente diversi. Non ho alcuna intenzione, quindi, di scendere in polemica con lui».

Replica a tono ad Omero appoggiando le posizioni espresse dal sottosegretario triestino, invece, l’esponente del Pdl Piero Camber. «La storia di Trieste non è la storia del resto d’Italia – precisa il consigliere regionale -. E quella fatta da Gianfranco Fini è una semplificazione eccessiva e irricevibile. Da noi chi aderì alla Rsi, spesso lo fece proprio per difendere l’italianità di queste terre. Dire, come fa il leader di An, che quanti si schierarono con la Repubblica di Salò, scelsero la parte sbagliata, quindi, significa fare di tutta l’erba un fascio».

Di qui la proposta di dar vita ad un confronto a tutto campo. «Organizziamo un convegno con storici affermati a cui affidare il compito di ripercorrere le vicende del confine orientale – conclude Camber -. Non dobbiamo aver paura del confronto su questi temi. Al contrario ne dobbiamo discutere alla presenza di studiosi di livello e dei protagonisti di quegli anni, Persone che oggi hanno più di ottant’anni, ma che possono ancora regalare alla città la loro testimonianza». (m.r.)

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