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Slovenia-Croazia: all’UE i dossier di mediazione (Il Piccolo 20 mag)

di MAURO MANZIN

TRIESTE Slovenia-Croazia, il contenzioso sui confini rischia di diventare una storia infinita. Ieri a Bruxelles il ministro degli Esteri, Samuel Sbogar ha illustrato le «controdeduzioni» di Lubiana al commissario Ue per l’Allargamento. E la risposta comunitaria non è stata un «niet». Anzi, Olli Rehn ha affermato che alcune precisazioni slovene sono «certamente meritevoli di un ulteriore approfondimento». Per conoscere la risposta definitiva di Rehn, sostengono fonti a Bruxelles, bisognerà attendere ancora qualche giorno per capire quale potrebbe essere la «filosofia» che potrebbe sottendere alla mediazione bilaterale con la supervisione europea. Rehn però non ha avuto timore di affermare che «fondamentale è tenere a mente che i due Paesi si parlino tra di loro. La Commissione europea – ha concluso – può in questo processo solo essere una fonte di aiuto».

Il prossimo giugno la presidenza di turno europea sarà in mani svedesi e il suo ministro degli Esteri, Carl Bildt è uno che di Balcani se ne intende – non fosse altro perché è stato il rappresentante dell’Onu per la Bosnia negli anni più «caldi» del conflitto – risponde senza peli sulla lingua relativamente al «conflitto» croato-sloveno. «Quindici anni di esperienza nelle vostre terre – ha affermato – mi hanno insegnato a non adoperare mai, per tematiche legate ad esse, i termini ottimismo o pessimismo. Ho imparato a prendere le cose così come vengono». Un chiaro preannuncio di «Realpolitik» che costringerà Lubiana e Zagabria a mettere tutte le carte in tavola. Anche perché Bildt ne conosce molto bene gli scheletri nell’armadio. Per ora non è stata annunciata alcuna data di un prossimo vertice a tre Slovenia-Croazia e Ue, ma secondo fonti diplomatiche di Bruxelles dovrebbe tenersi in tempi molto brevi.

Ma come se non bastasse, ora, attraverso i media e le agenzie di stampa, si sono messi a litigare anche i due capi di Stato, quello di Slovenia, Danilo Türk e quello croato, Stipe Mesic. Il primo ha fortemente criticato le affermazioni del collega il quale aveva affermato che «prima o poi il contenzioso sui confini tra Slovenia e Croazia si risolverà in base al diritto internazionale». «Quello stesso diritto internazionale – è stata la pronta replica di Türk – in base al quale il governo di Lubiana ha fatto valere i propri diritti all’Unione europea nel documento consegnato nelle mani del commissario Olli Rehn». «La Slovenia – ha proseguito un insolitamente polemico Türk – difenderà tutti i propri diritti in base ai principi del diritto internazionale. E poi – ha concluso – il confronto tra le parole non porta da nessuna parte, bisogna trovare un compromesso che soddisfi entrambi le parti».

Il presidente croato Mesic non gradisce l’«affondo» dialettico di Türk e afferma senza remore: «L’élite politica slovena ha degli appetiti spropositati» per quanto riguarda la soluzione del contenzioso bilaterale confinario. Alla fine però anche Mesic ritorna nei più pacati binari del «diplomatichese». Racconta di essersi incontrato con il premier sloveno Pahor al Forum mondiale quando si sono scambiati solo alcune cortesi e formali parole e sostiene, di fronte alla stampa croata, di essere certo che il contenzioso bilaterale sarà sicuramente risolto in base al diritto internazionale «il quale del resto esiste – ha concluso – proprio per dirimere questioni come la nostra».

 

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