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Slo-Cro: UE chiede sblocco del veto (Il Piccolo 28 apr)

di MAURO MANZIN

TRIESTE La disputa bilaterale tra Slovenia e Croazia sui confini marittimi «non può bloccare il negoziato di adesione della Croazia: pena la perdita di credibilità della Ue»: lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervenendo al Consiglio Esteri della Ue ieri a Lussemburgo che ha discusso di come sbloccare la situazione che ha causato il rinvio della conferenza di adesione della Croazia all'Unione europea, prevista lo scorso 24 aprile.

Frattini ha messo in guardia sul «rischio che il contenzioso di frontiera bilaterale diventi un problema politico per la Ue» ed ha insistito sulla necessità di accettare la proposta della Commissione Ue, i cui risultati dipendono da un Tribunale arbitrale. «È una questione bilaterale – ha premesso Frattini – è vero che il principio di buon vicinato è una regola europea. Questa regola – ha ricordato – non ha però impedito in precedenza, e giustamente, ad altri paesi con questioni territoriali pendenti, di continuare i negoziati di adesione».

Ricordiamo che il 22 aprile scorso il commissario Ue all'allargamento Olli Rehn ha presentato una nuova proposta ai ministri degli Esteri croato e sloveno. La nuova proposta – il cui approccio era stato suggerito anche da parte italiana – prevede l'istituzione di un tribunale arbitrale composto da cinque membri a cui verrebbe affidato un doppio mandato: delimitare i confini terrestri e marittimi sulla base del diritto internazionale; risolvere la questione dell'accesso della Slovenia all'alto mare, applicando il diritto internazionale e principi di equità. Questa proposta ha già ricevuto un ampio consenso tra gli Stati membri. La Croazia l'avrebbe già fatta propria. Mentre la Slovenia non ha ancora sciolto del tutto le riserve.

Parole che fanno la gioia del ministro degli Esteri croato, Gordan Jandrokovic, il quale parla di vittoria su tutta la linea. Diversa la posizione di Lubiana che, secondo fonti diplomatiche di Bruxelles si trova in una situazione alquanto delicata, ma soprattutto isolata nel novero dei Ventisette. Il capo della diplomazia sovena Samuel Zbogar si è affannato a dichiarare ieri a Lussemburgo che molti Paesi della Comunità hanno espresso la propria solidarietà a Lubiana. «È stato sollecitata – ha spiegato – una quanto mai rapida soluzione del problema, ma con la precisazione che non c’è alcuna pressione nei confronti della Slovenia».

Parole immediatamente confutate da fonti diplomatiche comunitarie (e avvalorate da quanto dichiarato dal ministro degli Esteri italiani, Franco Frattini) che parlano di una forte pressione da parte dei Paesi comunitari nei confronti della Slovenia affinchè tolga il veto al proseguimento della mediazione con la Croazia per l’adesione all’Ue, con la Commissione in prima linea. «Questo assolutamente non è vero – replica il ministro degli Esteri sloveno Zbogar messo un po’ alle corde – oggi si è espressa la metà dei Paesi membri e metà di questi ha esplicitato considerazione e solidarietà nei confronti delle posizioni slovene». Insomma, Zbogar, calcisticamente parlando, cerca di accreditare nella partita diplomatica tra Slovenia-Croazia un salomonico 1-1.

Ma poi si capisce che la posizione slovena all’interno dell’Ue sta diventando sempre più debole. È lo stesso ministo Zbogar, quasi a giustificarsi, a dichiarare che a Lussemburgo si è solamente discusso dei contenuti dell’ultima proposta del commissario all’Allargmaneto, Olli Rehn. Ma su un punto Zbogar non ha fatto un passo indietro. «Valuteremo le proposte di Rehn in base a quelli che sono i nostri intressi vitali». «Del resto – ha proseguito – abbiamo illustrato agli altri partners europei quali sono le nostre posizioni e in quale modo la questione dei confini sia collegata all’ingresso della Croazia nell’Ue». «Noi – ha precisato senza mezzi termini – abbiamo la responsabilità nei confronti del volere della nostra opinione pubblica». Zbogar ha altresì precisato che la data del prossimo incontro a tre con il commissario Olli Rehn e il collega croato Jandrokovic deve ancora essere stabilita ma potrebbe tenersi entro al prima quindicina di maggio.

Il ministro degli Esteri della Repubblica ceca, detenetrice della presidenza Ue, Karel Schwarzenberg ha affermato che «le pressioni sono rivolte con lo stesso peso sia nei confronti della Croazia che della Slovenia, noi non parteggiamo per nessuna delle due parti». L’ultima parola al capo della diplomazia slovacca, Miroslav Lajcak: «Spero che troveremo il modo per sbrogliare il nodo della Croazia e oggi sono più ottimista di una setimana fa».

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