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Si apre il Raduno dei Dalmati a Trieste (CDM 10 set)

L’amore per le radici dalmate e la loro riscoperta echeggeranno da sabato 12 a domenica 20 settembre a Trieste in occasione del 56.esimo Raduno Nazionale dei Dalmati che quest’anno assume forma e dimensioni più ampie rispetto alle edizioni precedenti.

La ragione è dovuta in primo luogo alla località che ospita la manifestazione, Trieste appunto, città di riferimento per antonomasia per quelle popolazioni dell’Adriatico che la storia ha costretto a spostamenti ed esodi nel corso dei secoli. Una “seconda patria” che rinnova il suo ruolo con iniziative di ampio respiro volute ed organizzate, in questa occasione, dalla Delegazione di Trieste dei Dalmati Italiani nel Mondo Libero Comune di Zara in Esilio diretta da Renzo de’Vidovich.

La manifestazione avrà inizio sabato “issando la vela”. E non si tratta di una figura retorica in quanto sarà il Sindaco Roberto Dipiazza ad affidare al vento la vela della brazzera in restauro che per l’occasione verrà posizionata in P.zza Unità. Lo scrittore Paolo Rumiz metterà mano agli arnesi da carpentiere per perorare la causa del recupero, doveroso, della marineria adriatica e sua valorizzazione.

Ma il Raduno vero e proprio partirà lunedì negli spazi del Civico Museo della Civiltà Istriana che ospiterà nelle ampie sale gli appuntamenti della settimana, compresa l’inaugurazione delle mostre dedicate agli artisti dalmati italiani contemporanei, a francobolli e cartoline d’epoca, ai velieri di Lussino e alle foto della distruzione di Zara che saranno visitabili per tutta la durata del Raduno. Un’altra esposizione di grande impatto sarà allestita, a cura dell’Archivio di Stato di Trieste, negli spazi dell’Archivio stesso in via Lamarmora (l’inaugurazione mercoledì ore 11). Si tratta della mostra di documenti “Trieste e la Dalmazia” dal fondo dell’Archivio che ha deciso di rendere visibili al pubblico mappe preziose, libri e gioielli che raccontano la storia della costa Orientale dell’Adriatico. Ogni pezzo messo in mostra rappresenta un tassello fondamentale di un mosaico che permette di prendere visione e coscienza di una ricchezza storico-civile ed economica di queste terre.

Importanti anche gli spazi dei dibattiti che avranno inizio martedì (ore 11 ) sui “Traffici tra Trieste e la Dalmazia” per proseguire alle ore 17.30 con la presentazione del libro “2 futuristi 2 della Dalmazia montenegrina” e con la messa on line delle bozze del volume sugli uomini illustri della Dalmazia a cura di Daria Garbin, con la collaborazione di Renzo de’Vidovich. Un lavoro di ricerca che dopo anni di impegno sta arrivando a compimento lungo un percorso che ha permesso di ribadire conoscenze già acquisite ma anche di aggiungerne tante nuove ed inedite per un Dizionario destinato a rimanere nel tempo. Altra pubblicazione di spicco gli “Atti di dedizione alla Serenissima” delle città adriatiche di Rachele Denon Poggi con l’intervento del dott. Diego Vecchiato della Regione Veneto (giovedì alle 17).

E dalla storia all’attualità con il dibattito di venerdì alle 10.30 dal titolo significativo “Chi ha interesse a contrapporre esuli e rimasti? Un unico popolo diviso da due destini ugualmente amari o due modi inconciliabili di essere italiani?”.

Il Raduno tornerà alla formula tradizionale venerdì alle 16 con la Cultura Dalmata attraverso le pagine stampate, ovvero una rassegna di libri e autori a cura di Chiara Motka che fa il punto ogni anno dell’evoluzione dell’interesse dell’editoria nei confronti delle tematiche adriatiche in generale e dalmate in modo specifico.

Sabato mattina l’assemblea solenne dell’Associazione dei Dalmati nel Mondo presieduta dal Sindaco Franco Luxardo a fianco del quale non manca mai di dare il suo apporto il Sindaco onorario Ottavio Missoni e che si svolgerà nell’Aula del Consiglio Comunale (ore 16) e consegna del prestigioso Premio Tommaseo che quest’anno è stato assegnato a Staffan de’Mistura da Sebenico, delegato ONU per l’Europa.

Non mancheranno momenti conviviali, concerti, consegna di diplomi ai meritevoli ed altri incontri che coinvolgeranno anche la cittadinanza. Trieste per tanto respirerà un sentire dalmato che sa di storia e di passato ma che riesce anche a misurarsi con le sfide del presente.

(rtg)

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