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Seminario a Venezia: “Il confine orientale nella storia dell’Italia contemporanea”

S’intitola “Il confine orientale nella storia dell’Italia contemporanea” il Seminario che si svolgerà a Venezia il 1.mo dicembre 2007, con accoglimento dalle ore 9.30, inizio dei lavori 10.30, presso la Sala Congressi Cornoldi, in Riva degli Schiavoni.
Dopo alcuni anni d’esperienza d’incontri e confronti in occasione del Giorno del Ricordo che spesso vive delle importanti code durante l’anno, esuli e amici degli esuli, intellettuali di chiara fama, si sono posti il problema di coordinare e veicolare un messaggio sulla realtà del confine orientale tra passato e presente, in modo da evolvere un momento di ricordo in un’occasione per far conoscere la storia di una civiltà.
Esodo e foibe sono un monito, la tragedia di un popolo che diventa emblematica e significativa per una riflessione collettiva su ciò che mai dovrebbe ripetersi nella storia d’Europa e del modo. A sessant’anni dalle vicende che ci hanno travolti è giusto e doveroso che tanta sofferenza trovi ragione d’essere attraverso un messaggio forte che muti il quotidiano e venga tramandato al prossimo.
Siamo un popolo disperso ma con tante risorse in grado di riscattare, se ne saremo capaci, il lungo silenzio della politica nazionale ed internazionale sulla nostra condizione di gente con una patria ma senza territorio. La contraddizione che ci portiamo dentro può far riflettere nuove e vecchie generazioni sul significato vero di Europa unita nel rispetto delle diversità e soprattutto dell’individuo.
A noi quindi – che sempre più spesso siamo chiamati a “raccontare”, a portare testimonianza, a spiegare – l’arduo compito di far intendere agli italiani l’importanza del confine orientale nella storia e nella cultura del Paese: dalla caduta della Repubblica di Venezia all’allargamento ad Est dell’Unione Europea.
Da qui la necessità di individuare risposte condivise per creare una solida rete di riflessioni. S’impone quindi la necessità di discutere su alcune strategie di fondo:
– Come dare rilievo all’importanza del confine orientale nella storia d’Italia: antica, moderna e contemporanea, sul piano diplomatico, militare, economico, culturale e politico.
– Come rapportare la componente mittel-europea dei problemi del confine orientale con la sua proiezione adriatico-mediterranea.
– Come evitare alle associazioni degli esuli istriani fiumani e dalmati una deriva “reducistica” destinata ad esaurirsi per motivi anagrafici.
– Come affrancare l’immagine del confine orientale da luogo  di massacri e di esodi per mettere in risalto la storia millenaria e la cultura artistica, letteraria, religiosa delle regioni istriana, quarnerina e dalmata.
– Come inserire l’esperienza degli italiani dell’Adriatico orientale nelle problematiche attuali e future dell’integrazione europea e della globalizzazione.
– Come trarre insegnamento dalle vicende dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia tra 800 e 900 per prevenire e risolvere conflitti etnici e religiosi.
Non v’è dubbio che ci sia un determinismo geografico in queste vicende, da esplorare però se la volontà politica e la ricerca storiografica possano guidarle verso sbocchi positivi di comprensione e collaborazione.
Finalità del seminario, quindi, è di fare il punto sulla storiografica più recente relativa ai complessi problemi che l’Italia ha dovuto affrontare al suo confine orientale dal processo risorgimentale di unificazione politica della Nazione fino all’attuale fase di allargamento dell’Unione Europea ai nuovi Stati nati dalla dissoluzione della ex Jugoslavia e agli altri Paesi del Centro ed Est Europa.
Da questa riflessione nasce una presa di coscienza del rilievo mediatico che questi temi hanno assunto nella pubblica opinione e nel dibattito politico, dalla riscoperta della tragedia delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata del 1944-45 alle molteplici implicazioni politiche, culturali ed economiche che avranno avuto ed avranno i rapporti con i Paesi dell’area centro-europea e balcanica.
Al Seminario – che non ha carattere pubblico – partecipano relatori, in un libero confronto di opinioni, storici e sociologi esperti nella materia e un gruppo di osservatori provenienti dagli ambienti associativi e culturali giuliano-dalmati e della comunità italiana nelle terre d’origine.

da www.arcipelagoadriatico.it

 

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