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Scandicci: la violenza non potrà mai più cancellare la Storia – 31gen14

Rieccoli! Chi? Ma sì, proprio quelli che Pasolini arpionava ferocemente quando manifestavano, a Valle Giulia, contro i veri proletari che erano i Carabinieri; sono loro, ritornano, non lasciano mai il palcoscenico della Storia, perfino quando l’ultimo spettatore se n’è andato via e le luci sono malinconicamente spente.

 

A Scandicci, ancora una volta, loro. A contestare lo spettacolo di Simone Cristicchi, “Magazzino 18”.

 

Perché? Ma è chiaro: perché quello spettacolo dà fastidio, è scomodo, tocca la loro carne di perdenti, che non hanno il coraggio di affrontare la verità a muso duro e quindi entrano a teatro e rovinano la festa. Come fanno i perfetti perdenti, quelli che non hanno mai combinato niente di buono nella vita, che hanno passato prima l’adolescenza e poi l’età adulta a tirare le uova sulle signore impellicciate davanti alla Scala, dimenticando che, così facendo, legittimano e martirizzano, cioè mettono sotto i riflettori, proprio il Nemico. Ma loro non capiscono. Sono il gruppo dei finti antagonisti, i parassiti della vita e della Storia, senza il blasone dei miserabili, però. Non sanno neanche che foibe vuol dire fosse e che dentro a quelle fosse c’erano anche i loro compagni, perché quelli che stanno difendendo oggi (!), cioè i comunisti jugoslavi del maresciallo Tito, massacravano senza guardare né la tessera né la divisa, per loro bastava una piccola imperfezione della natura: amare l’Italia.

 

Lo schema del comunista eterno è quello del perdente radicale: il mondo è cattivo, io sono buono, a prescindere, naturalmente, e lo raddrizzerò. Come? Urlando ‘Bella Ciao’ in faccia a della gente che va a teatro e che aspetta da settant’anni che qualcuno dica la verità.

 

Bella forza inveire contro poveri cristi senza né colpa né pena che e si son dati da fare per ricostruirsi una dignità! Che gran coraggio sbraitare ed etichettare persone che nella vita hanno perso tutto e poi tutto hanno ricostruito e che hanno ancora il sorriso pronto – e le lacrime in tasca – per raccontare ancora la loro storia a tutti, compresi quei quattro ragazzi squadristi nell’anima, minoritari ma convinti sempre di essere maggioranza, col cervello prima vuoto e ora riempito da slogan che ripetono a pappagallo, come fosse un ridicolo disco rotto.

 

A questi ultimi, per l’ennesima volta, diciamo quello che diciamo ai negazionisti delle Foibe, anche a quelli non dichiarati, i più pericolosi di cui un giorno faremo nomi e cognomi: grazie, squadristi rossi, e continuate così. Calunniate, denigrate ed infamate i nostri ed i vostri martiri che ancora oggi vivono con noi. Si distinguerà così ancora meglio il grano dalla sfigata zizzania: voi perdenti, noi a sorridere, con la vista dell’Istria del Quarnaro e della Dalmazia a custodire la verità che non potrà mai più essere cancellata. Nemmeno con la vostra violenza.

 

Antonio Ballarin

Presidente Nazionale Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

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