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Scandalo finanziario scuote la Slovenia (Il Piccolo 22set13)

Come se non bastasse il già disastroso stato del sistema creditizio in Slovenia, ora esplode anche un clamoroso scandalo che vede implicato il presidente della Nova Ljubljanska Banka (Nlb), Janko Medja e Unicredit come persona giuridica. La magistratura di Lubiana ha spiccato mandati di perquisizione in sette abitazioni e ha fermato per l’intera giornata di venerdì Janko Medja.

L’accusa sarebbe quella di “insider trading” ossia di aver usato informazioni riservate a scopi di lucro. Al centro della complicata vicenda c’è la compravendita di Mercator la più grande azienda di distribuzione slovena da parte del colosso agroalimentare croato Agrokor.

I sospetti degli investigatori vertono, secondo indiscrezioni trapelate a Lubiana, su una serie di acquisti di azioni di Mercator da parte di alcuni fondi d’investimento croati e per questo non si esclude che l’inchiesta si allarghi anche alla vicina repubblica. Unicredit Slovenija possiede l’8,01% di Mercator ma va spiegato che la casa madre ossia il Gruppo Unicredit e la affiliata Zagreba›ka Banka sono i principali finanziatori di Agrokor.

Non appena il gruppo agroalimentare croato ha cominciato la scalata a Mercator anche i fondi pensionistici croati e la Societe Generale-Splitska Banka hanno iniziato ad acquistare le azioni della società slovena. Così nell’agosto 2011 la Splitska Banka diventa la quinta maggiore azionista di Mercator con il 5,37% nelle sue mani, depositando 1960 azioni su un conto fiduciario. I sospetti dei media croati, su chi fosse il beneficiario del rastrellamento di azioni, erano concentrate tutte sul fondo pensionistico Az.

Ebbene nel primo tentativo di acquisto di Mercator, Agrokor offriva 221 euro ad azione, ma il tentativo fu abortito agli inizi del 2012. Già allora c’erano i sospetti che Unicredit attraverso i fondi pensione croati determinasse il valore delle azioni di Mercator. E l’attuale leader di Nova Ljubljanska Banka all’epoca era membro del cda di Unicredit Slovenija. Così per tutto il 2011 le azioni di Mercator hanno oscillato tra i 160 e 180 euro. A febbraio 2012 però, una settimana prima della rinuncia di Agrokor, le azioni Mercator calano (o come si sospetta sono state fatte calare) a 125 euro. Per Agrokor si apriva, dunque, un’autostrada: acquistare Mercator, ma a un prezzo molto più conveniente.

Le azioni di Mercator che Unicredit allora voleva vendere ad Agrokor sarebbero state acquistate (anche grazie a informazioni e importanti documenti di cui il gruppo bancario italiano era a conoscenza avendo un ruolo importante nella vendita dell’azienda slovena) dai fondi pensione croati attraverso i conti fiduciari esistenti alla Splitska Banka a nome di segreti beneficiari. E gli inquirenti sloveni sospetterebbero che uno di questi segreti beneficiari sarebbe proprio il leader di Nova Ljubljanska Banka, Janko Medja assieme a uno o più uomini di Unicredit.

In Slovenia l’insider trading può costare fino a 5 anni di carcere e questo a prescindere dall’ammontare del ricavo ottenuto, basta che si provi l’uso di informazioni sconosciute ad altri. Medja nega ogni addebito, nega di essere mai stato in possesso in modo diretto o indiretto di azioni Mercator, né di aver fornito a chicchessia informazioni riservate.

Ma la bufera investigativa ha colpito anche il presidente del Consiglio di vigilanza della Nova Ljubljanska Banka, France Arhar ex governatore della Banca di Slovenia che ha precisato di non essere indagato ma di essere stato sentito come testimone. Ieri proprio il Consiglio di vigilanza della Nlb ha confermato la fiducia a Medja che quindi, per ora, resta alla guida dell’istituto bancario della capitale.

Mauro Manzin
www.ilpiccolo.it 22 settembre 2013

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