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Rovigno, Weekend Media Festival fra turismo e politica (Voce del Popolo 23set13)

Quattromila partecipanti, tra cui molti personaggi di spicco del mondo imprenditoriale, della politica, della cultura e dello spettacolo da tutta la regione e il resto del mondo, hanno assistito alla sesta edizione del Weekend Media Festival, il più grande raduno regionale del settore delle comunicazioni, tenutosi all’ex Fabbrica tabacchi. Ad attirare i numerosi visitatori è stato l’eccezionalmente ricco programma di conferenze, alle quali spesso c’era bisogno di un posto in più.

Il Festival è stato aperto da un’interessante conferenza del professore Nicolas Kfuri (dalla scuola di business Cotrugli, in Germania) sull’impatto dei social network sui processi di marketing. Ad aprire la seconda giornata è stato Tom Buday, responsabile globale del marketing e della comunicazione con i consumatori della ditta “Nestlé”. Buday ha spiegato la strategia di marketing globale e di comunicazione dell’azienda, sottolineando che oggi è più importante che mai la qualità dei messaggi e della comunicazione e che questi dipendono da una grande idea. Ha sottolineato in particolare l’importante passo in avanti fatto dalla “Nestlé” nel bilanciare gli investimenti nei mezzi di comunicazione, visto che numerosi studi hanno dimostrato che oltre il 90 per cento dei consumatori si fida delle raccomandazioni fatte da persone che conoscono.

A suscitare grande interesse è stata anche la conferenza “Political do’s and dont’s”, in cui i partecipanti hanno concluso che il problema di comunicazione non è solo politico, ma anche culturale.

La comunicazione del governo croato è stata valutata come scarsa. Il ministro dell’Economia e vicepresidente dell’HNS, Ivan Vrdoljak, ha ammesso che è sua impressione che il governo non abbia sviluppato una strategia di comunicazione.

La Presidente dell’Associazione croata di Pubbliche Relazioni, Aleksandra Kolarić (che in seguito alla critica pubblica del primo ministro Zoran Milanovic è stata espulsa dall’SDP), ritiene che la comunicazione del governo sia chiusa e non trasparente, mentre Marijan Grbeša (della Facoltà di Scienze politiche di Zagabria) ha espresso l’opinione che la comunicazione del governo è talmente scarsa da rendere difficile isolarne la parte peggiore.

Sempre secondo Grbeša, un grande problema scaturisce anche dal “sistema cancerogeno dei media” in Croazia, dove è scarsa anche la qualità del giornalismo.

Il presidente del Partito Liberal Democratico della Serbia, Čedomir Jovanović, sostiene che nel suo paese la tradizione orale è sempre stata distruttiva, rispetto ad altre forme di comunicazione. Ha inoltre dichiarato che l’importanza attribuita ai media è eccessiva, mentre viene sottovalutata la società.

Al Festival sono state dedicate conferenze anche sul tema dell’editoria e dei giornali. Alla conferenza hanno partecipato l’ex caporedattore del “Financial Times”, sir Geoffrey Owen, il caporedattore del settimanale “Lider”, Miodrag Šajatović, e il redattore del “Jutarnji List”, Viktor Vresnik. Si sono trovati d’accordo sul fatto che il potenziale dei media economici della regione è enorme e completamente inutilizzato.

Nella terza giornata ha suscitato interesse la conferenza sulla nuova strategia di sviluppo del turismo, che prevede, nel 2020, l’inclusione della Croazia tra i 20 paesi più competitivi. Sul tema hanno discusso il ministro Darko Lorencin, la direttrice dell’Ente turismo nazionale, Meri Matešić, il direttore della “Maistra”, Tomislav Popović, e Peter Radovich, direttore creativo di CBS Sports e vincitore di 27 premi Emmy.

Radovich ha dichiarato che la Croazia è poco nota al grande mercato degli Stati Uniti, suggerendo di acquistare i migliori spazi marketing, come ad esempio lo spazio pubblicitario durante la finale del Super Bowl. Meri Matešić ritiene comunque che tale pubblicità risulti troppo costosa per il budget di marketing annuale dell’Ente turismo croato, che ammonta a 15 milioni di euro, la cui maggior parte viene investita nei paesi emissivi.

È stata molto seguita anche la conferenza “(Non) andate nell’UE”, cui hanno partecipato Tomislav Krasnec, corrispondente da Bruxelles del “Večernji list”, il giornalista Ian Traynor del “Guardian” e Bruno Waterfielda, giornalista del “The Daily Telegraph”. Tutti e tre i giornalisti si sono trovati d’accordo sul fatto che l’UE è in una crisi profonda, specificamente indicata dalla grande disoccupazione e dal disagio sociale, causati da un’insufficiente produzione, accompagnata da un consumo elevato e, in particolare, dal settore finanziario, che ha portato in discussione l’euro e l’eurozona, nonché la gestione costosa e inefficiente a Bruxelles, che ovviamente non ha alcun potere per affrontare le cause della crisi.

Tra i temi trattati al Festival ci sono stati la cooperazione culturale e imprenditoriale regionale, la ristrutturazione e il futuro della TV pubblica (HRT), l’odio su internet, il rapporto tra locale e globale, nonché la tavola rotonda sui nuovi modelli di business nel settore finanziario e delle telecomunicazioni, che ha riunito le persone al vertice di tali attività in Croazia.

A concludere il Festival è stata la presentazione del film documentario “Barracuda”, del famoso produttore televisivo americano Peter Radovich sulla nazionale di pallanuoto croata.

Cristina Golojka
“la Voce del Popolo” 23 settembre 2013

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