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Rivista “Fiume”, il nuovo numero (22ott14)

 

Giunge puntuale il nuovo numero della rivista “Fiume” del primo semestre 2014. Il periodico, edito dalla Società di Studi Fiumani, vanta una lunga esistenza, uscita per la prima volta nel 1923, ed ha seguito, nel corso del Novecento, tutte le vicende e le vicissitudini della città quarnerina, essendo rinata a Roma dopo l’esodo della popolazione italiana ad opera della ricostituita Società di Studi.

 

Da segnalare su questo fascicolo alcuni significativi interventi di Giovanni Stelli, Per una storia di Fiume; di Pasquale Triulcio, Monsignor Ugo Camozzo ultimo vescovo di Fiume italiana: tra guerra ed esilio; Piero Ardizzone, La questione di Fiume nelle cronache della Civiltà cattolica; di Paolo Isotta, Dino Ciani, il pianista più amato dagli dei.

 

Desta interesse l’articolo di sull’atteggiamento della rivista dei Gesuiti riguardo alla questione di Fiume e all’Impresa di d’Annunzio, seguita dapprima con una certa “indulgenza” scaturita dalla crisi dei rapporti, nell’immediato primo dopoguerra, tra la Chiesa cattolica e gli slavi del sud, allorquando la nuova entità statuale sorta dagli accordi internazionali, il Regno dei serbi, croati e sloveni, risultò fortemente marcata dalla componente serba, ortodossa e tendenzialmente anti-cattolica. Ma il precipitare della situazione politica, economica e militare nella città quarnerina in mano a d’Annunzio determinò successivamente un brusco cambiamento di rotta da parte della rivista, che giunse per passaggi alla più dura condanna, ben rappresentata dalla frase citata da Ardizzone: «Tutta quella agitazione in parte scenica, in parte megalomane non lasciava il governo [di Roma, ndr] senza timore di qualche colpo di mano secondo i propositi pazzeschi vantati altre volte dal “poeta”». L’aggravarsi dello scenario fiumano e le implicazioni politiche anche internazionali per l’Italia, unitamente al fallimento del tentativo di mediazione dell’Amministratore apostolico per il Quarnero, condussero “La Civiltà Cattolica” a schierarsi nettamente contro d’Annunzio. Con analoga attenzione la rivista seguì le «convulse vicende» – così le definisce Ardizzone – seguite alle prime elezioni fiumane e il successivo colpo di mano del marzo 1922 che rovesciò il governo autonomista di Zanella.

 

Ma in breve tempo l’interesse del periodico volse verso la politica di Belgrado nei riguardi di croati e sloveni, cattolici: nei suoi commenti il periodico non mancò di ricordare il sostegno dato dalla Chiesa alle aspirazioni nazionali degli slavi del sud mentre rilevava di contro la parzialità del nuovo Stato jugoslavo nei confronti delle componenti non ortodosse. Su Fiume “La Civiltà Cattolica” tornò in occasione dell’annessione della città all’Italia, nel 1924, per compiacersi in quanto, «tra gli effetti giuridici dell’annessione, importantissima è la cessazione della legge del divorzio finora vigente a Fiume».

 

Rimane in ambito ecclesiastico, ma si amplia a rievocare l’intero tragico contesto nel quale il presule si trovò ad operare, il saggio di Pasquale Triulcio su Mons. Camozzo, che molti fiumani ricordano a distanza di oltre sei decenni dall’esodo per il suo intenso legame affettivo con la città e la sua popolazione nei drammatici anni dell’occupazione nazista prima e jugoslava poi. «Gli ultimi mesi di guerra – scrive Triulcio – vedevano monsignor Ugo Camozzo ergersi a baluardo della Chiesa fiumana e garante della vita civile della città», particolarmente dopo il disfacimento dell’autorità politica e militare italiana e il cupo, temuto ingresso dei reparti jugoslavi, al quale seguirono varie ordinanze repressive e coattive e sparizioni collettive. Il precipitare della situazione per il clero e i cittadini determinò infine il trasferimento in Italia del vescovo, ai primi dell’agosto 1947, sostituito da mons. Karel Jamnik, che sarebbe rimasto vescovo di Rijeka sino al 1949, anno della sua morte. Con l’esodo della stragrande maggioranza della popolazione fiumana, cattolica ma anche ebrea, e la partenza del vescovo italiano accusato dal potere jugoslavo di atteggiamenti antipopolari e di agire da «leccapiedi» nei confronti «dei suoi amici stranieri», si chiudeva una lunga sequenza di drammatici e luttuosi eventi che svuotarono Fiume, oltre che dei suoi abitanti, della sua anima.

 

Completano questo numero le consuete rubriche Note e discussioni, Recensioni, Pubblicazioni segnalate e il Notiziario.

 

Patrizia C. Hansen

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