Ristampata “Nata in Istria” di Anna Maria Mori

20.06.2025 – La giornalista polesana Anna Maria Mori nel suo libro “Nata in Istria” (pubblicato da Rizzoli per la prima volta nel 2006) ha raccontato non solo se stessa, ma anche la sua città natale ed il territorio circostante con nostalgia, amore e desiderio di mostrare le bellezze nascoste della sua terra. Ora che grazie al Giorno del Ricordo sempre più italiani conoscono le vicende delle foibe e dell’esodo e vogliono saperne di più riguardo la frontiera adriatica ed il plurisecolare radicamento della comunità italiana autoctona, “Nata in Istria” è diventato un prezioso testo di riferimento, un viatico per conoscere non solo la storia, ma anche le tradizioni, la natura ed i paesaggi istriani, ma è introvabile. Ecco perché l’Associazione Italiani di Pola e dell’Istria – Libero Comune di Pola in Esilio ha chiesto assieme all’Autrice e ottenuto dalla casa editrice Rizzoli una ristampa che è stata presentata presso la Biblioteca Isimbardi con la collaborazione della Città Metropolitana di Milano, della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani fiumani e dalmati, del Comitato provinciale milanese dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e dell’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio.

«Anna Maria Mori mi è stata presentata dal nostro storico presidente Lucio Toth, quando la Legge istitutiva del Giorno del Ricordo era stata promulgata da poco ed era ancora scomodo affrontare questi argomenti – ha ricordato Renzo Codarin, Presidente di FederEsuli e dell’ANVGD – Lei tuttavia già ne parlava e ne scriveva, andando contro i luoghi comuni e mossa da una grande passione. È con piacere che oggi la vedo ancora impegnata a far conoscere in maniera corretta la nostra storia»

Pure il Presidente dell’ADIM-LCZE Antonio “Toni” Concina ha una conoscenza di lunga data con la Mori, ma ha voluto sottolineare soprattutto quanto entrambi si stiano adoperando per ricucire i rapporti tra la comunità della diaspora giuliano-dalmata e le città di provenienza, allo scopo di salvaguardare, storia, tradizioni e identità, un compito che a Zara si presenta più complicato rispetto al contesto istriano ma l’impegno prosegue.

Giornalista di lungo corso, Anna Maria Mori è comunque apparsa emozionata quando ha preso la parola: «L’istituzione del 10 Febbraio ha squarciato un velo di silenzio durato troppo a lungo, ma noi istriani venivamo solo identificati con le foibe – ha osservato l’ex firma di Repubblica – per cui ho voluto scrivere “Nata in Istria” per far conoscere tutta la nostra storia, i nostri dialetti, le nostre città, usi, costumi e anche le ricette della nostra penisola. In molti hanno usato quel libro come una sorta di guida turistica per conoscere quella regione al di là della frequentazione turistica della costa»

Lo storico Gianni Oliva ha voluto evidenziare le peculiarità che hanno riguardato il popolo istriano durante la Seconda guerra mondiale, che in definitiva ha pagato praticamente da solo il peso di una sconfitta che aveva riguardato l’Italia intera, ma l’enfasi data al successo della lotta partigiana aveva convinto l’opinione pubblica che la guerra era stata vinta. Ricordando, tra le tante pagine di storia strappate per non contraddire questa narrazione, la strage di Vergarolla del 18 agosto 1946, essa è stata messa in relazione da Oliva con il discorso tenuto da De Gasperi alla Conferenza di Pace il precedente 10 agosto. A fronte di quella disperata rivendicazione di appartenenza nazionale, qualcuno avrebbe voluto ribadire allo statista trentino che, anche se a Pola c’era l’amministrazione militare anglo-americana, gli italiani non erano più bene accetti e non potevano stare al sicuro.

L’attrice Valentina Verre ha quindi letto alcuni passi di “Nata in Istria”, da cui è emersa la bellezza dell’Istria, della sua gente e della sua natura, con l’auspicio che dopo tante tragedie la bellezza appunto possa salvare il mondo.

Molto apprezzato è stato l’intervento della giovanissima blogger Valeria Scatasta, celebre per la sua passione per la lettura ed entrata in contatto con la storia della frontiera adriatica attraverso il concorso scolastico 10 Febbraio: «Leggere “Nata in Istria” è un’esperienza struggente e commovente, che arriva al metasensibile, va oltre i sensi, nel profondo dell’anima – ha commentato con grande entusiasmo – Come dite nel vostro dialetto, è una “ciacolada” con l’interiorità, da cui affiora il diritto a poter godere della bellezza della terra istriana. Ne emerge anche l’insegnamento degli esuli a condurre una vita ispirata alla speranza ed alla fiducia nel futuro nonostante le tante tragedie subite»

Parole queste che hanno dato grande soddisfazione a Graziella Cazzaniga, Presidente dell’AIPI-LCPE, che si sta adoperando soprattutto per diffondere la conoscenza dell’italianità adriatica tra i giovani.

Andando alle conclusioni della conferenza, Anna Maria Crasti (Vicepresidente ANVGD Milano e promotrice dell’incontro) ha ricordato la grande gioia che gli istriani autoctoni e della diaspora hanno provato quando l’ingresso della Croazia nell’area Schengen di libera circolazione ha di fatto cancellato quel confine che attraversava l’Istria, mentre Anna Maria Mori ha fatto appello affinchè gli italiani conoscano, ricordino ed usino la toponomastica italofona delle località istriane. Anche questo serve per tutelare l’identità di una terra di frontiera.

Lorenzo Salimbeni

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