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Rifinanziamento delle leggi per la tutela del patrimonio storico e culturale delle Comunità degli esuli e delle Comunità autoctone italiane in Slovenia e Croazia – 23dic15

 

Con i rifinanziamenti alle leggi 72/2001 e 73/2001, per tre anni ed a budget immutato nonostante la crisi in cui versiamo, giunti alla definitiva approvazione con voto del Senato, possiamo riconoscere oggettivamente un punto maturo del nostro percorso comune che avle la pena esaminare, approfittando di questo grande risultato.

In primo luogo osserviamo che, a distanza di undici anni dall’istituzione del Giorno del Ricordo – avvenuto nel 2004 – la nostra storia non è più solo una cornice considerata locale o un nucleo di ricordi e memorie da celebrare fra gruppi separati, senza che questo incida più di tanto sulla vita nazionale. Rifinanziare i progetti afferenti al nostro mondo, infatti, significa che il nostro percorso è considerato di valore pubblico e nazionale. Analogamente a quanto accade alla valorizzazione di un bene culturale, la nostra storia è oggi considerata un bene culturale nazionale. E dunque meritevole di attenzione e fiducia.

Una seconda considerazione prende spunto dalla trasversalità dell’intesa su questo provvedimento. Qui sul proscenio, a farla da padrona,non c’è né destra né sinistra, c’è un mondo politico ed istituzionale nel suo complesso, che sta maturando da tempo nuove convinzioni su nodi e snodi fino a ieri considerati intoccabili. Nodi e snodi oggi divenuti contenuto di pubblica condivisione e, dunque, di interesse politico e pubblico. Vale la pena sottolinearlo ancora: trasversalmente.

Da ultimo, ma non per questo meno importante, il contributo della FederEsuli ha in qualche modo cambiato il metodo di approccio del nostro mondo alla realtà istituzionale, grazie ad un paziente lavoro interno ed esterno alle Istituzioni, coinvolgendo molti attori pubblici, politici ed istituzionali. FederEsuli è stato il volano dell’operazione che ha portato al rifinanziamento, ma il nostro mondo e la nostra storia non meritano primedonne, bensì, al contrario, la coralità del protagonismo di un popolo che, di volta in volta, trova gli uomini giusti al momento giusto. È questa, infatti, la ricetta che, nella storia, ha garantito lo sviluppo e l’evoluzione di un’idea meritevole di crescita e diffusione. Come la nostra, da decenni a questa parte, che anziché spegnersi si afferma, coinvolge ed integra.

 

Antonio Ballarin

Presidente della Federazione degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati

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