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Raduno Cosulich tra genealogie e amarcord (Il Piccolo 01 dic)

La grande rimpatriata dei discendenti della dinastia di armatori lussignani Cosulich, che tra nonni, fratelli, zii, cugini di vario grado e parenti acquisiti ha riunito ieri oltre cento membri della ramificata famiglia, è stata contraddistinta da una giornata decisamente molto triestina, con raffiche di bora e pioggia insistente.
Un dettaglio tutto sommato di poco conto, per gli eredi della stirpe dei capitani che gettarono le basi a fine ’800 del grande impero marittimo dell'Adriatico. A dare il via alla grande riunione di famiglia – preceduta da un passaparola che ha raggiunto i numerosi membri del clan sparsi in Italia, Europa e oltre oceano – la mostra al Civico museo del mare «I Cosulich: una dinastia adriatica», la rassegna promossa dal Comune che rievoca il percorso umano e imprenditoriale degli armatori di Lussino.

«L'idea era quella di offrire, grazie al vasto materiale documentario raccolto per la mostra, una cronaca dettagliata dei 151 anni di vita della società – racconta il capitano Antonio Cosulich, presidente della Fratelli Cosulich, mentre accoglie gli invitati all'ingresso del Museo del Mare – soprattutto alle giovani generazioni». Per facilitare la comprensione degli eventi che hanno caratterizzato un secolo e mezzo di storia famigliare, il nutrito clan prima di visitare la mostra, ha fatto tappa alla stazione Rogers, per visionare il pannello con l'albero genealogico, capitanato dal patriarca Callisto, che si trasferì qui nel 1889 da Lussino. La convention famigliare ha portato a Trieste «solo» una parte dei discendenti, come ha specificato Matteo Cosulich uno dei quattro amministratori della Fratelli Cosulich: in realtà, la lista è ben più ampia e si aggira attorno alle 400 persone. I due gruppi più sostanziosi sono quelli di Trieste e Genova.

Le famiglie numerose – in controtendenza con il calo demografico dei nostri tempi – sono da sempre il punto di forza della dinastia: se Callisto, il nonno di Nora Colsulich Rossetti, memoria storica e terza generazione della famiglia, ha messo al mondo a suo tempo ben 14 figli, Augusto, che fa parte del ramo genovese, ne conta cinque. Buona parte del clan, comunque, viaggia con una media di tre figli. Prima della visita guidata alla mostra, introdotta dall'assessore alla Cultura Massimo Greco e dal direttore del Civico Museo del Mare Sergio Dolce, e illustrata dallo storico Giulio Mellinato, i membri dei diversi rami familiari, hanno riaggiornato i vincoli di parentela. Al termine, pranzo di famiglia allargato allo Yacht Club Adriaco.

Patrizia Piccione

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